"Renzi si faccia rispettare dalla Bce e ci sarà il modo di rilanciare Mps"

Il capo della Fabi: «Fusioni a rilento? A frenare sono i vertici»

"Renzi si faccia rispettare dalla Bce e ci sarà il modo di rilanciare Mps"

Il Monte Paschi vale ormai solo 550 milioni in Borsa e ancora non si vede la via di uscita per il maxi-aumento da 5 miliardi, ma «se Renzi riuscirà a farsi rispettare dalla Bce, con una forma preventivamente concordata con l'Europa salveremo 26mila posti di lavoro e la banca più antica d'Italia». Il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni vuole una garanzia politica per Rocca Salimbeni il cui cda si riunisce oggi. «Occorre una soluzione tempestiva, solidaristica e sociale, nessuno deve essere lasciato per strada. Fabrizio Viola ha operato bene, ma non è stato messo in condizione di finire il lavoro. Marco Morelli è stato uno dei protagonisti della banca dei territori di Intesa, mi auguro che saprà recuperare il rapporto con famiglie e imprese, garantendo stabilità a Mps», prosegue il leader del primo sindacato del credito in Italia. «La Bce deve capire una volta per tutte che non è in ballo l'Europa e che eventuali disoccupati sarebbero solo italiani. Al primo licenziamento bloccheremo il settore».

Il Monte non è l'unico problema. La vendita delle nuove Etruria & C è scivolata ai supplementari: Ubi sarebbe in pole ma CariFerrara finirebbe in spezzatino...

«Gli acquirenti vogliono spendere poco e non rischiare ripercussioni al loro interno. I lavoratori di CariFerrara saranno tutelati al pari di quelli delle altre tre banche».

Il premier ha prima evidenziato e poi smentito la necessità di una forte cura dimagrante sul fronte occupazionale. Cosa risponde?

«Renzi ha smentito e per noi il discorso è chiuso. È però indispensabile che le banche si riformino all'interno con un nuovo modello industriale che conquisti nuove professioni e attività uscendo dal perimetro creditizio. Solo così potranno aumentare i ricavi e saremo nelle condizioni di mantenere i livelli occupazionali.

Anche Bankitalia e Bce chiedono le fusioni e il taglio dei costi

«Le aggregazioni non saranno rapide, tutt'altro; chi è al comando farà melina fino all'ultimo. I vertici degli istituti, Bcc comprese, dovrebbero decurtarsi lo stipendio del 30%, come ha fatto il governatore Ignazio Visco. Anticipo che se nel nuovo Banco-Bpm ci saranno consiglieri vicini alla nostra organizzazione, il 50% del loro stipendio sarà devoluto al welfare aziendale».

Proprio i soci pensionati di Bpm si preparano a fare muro in assemblea contro le nozze con il Banco

«Noi cerchiamo stabilità e una gestione che rispetti i territori perché vogliamo difendere i posti di lavoro e non gli interessi di bottega. Le associazioni dei pensionati passano, il sindacato resta e questo i lavoratori lo sanno bene.

Perché la riforma delle Bcc resta incompiuta così come il rinnovo del contratto?

«La riforma farà pagare un prezzo pesante ai territori, a iniziare purtroppo dalle federazioni regionali, a cui la Fabi ha sempre riconosciuto autorevolezza e competenza. Ora è scattata però la corsa al posto.

Persone inadeguate, anche nel sindacato, stanno contribuendo alla confusione più assoluta. La Fabi vuole rinnovare il contratto e andrà in piazza anche da sola se non termineranno le furbate di chi antepone i suoi interessi al settore».

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