Eni e Cdp si giocano la carta «discontinuità» per Saipem nel tentativo di rassicurare il mercato e arginare l'emorragia del titolo in Piazza Affari (-40% in tre giorni). Con una sorta di commissariamento i due azionisti di maggioranza (rispettivamente con il 30,5% e il 12,6%) hanno scelto di affiancare all'ad Francesco Caio un direttore generale: Alessandro Puliti, manager che in Eni si occupa di «Natural resouces» (la direzione sotto cui dipendono le attività legate agli idrocarburi). Mentre il direttore finanziario di Saipem Antonio Paccioretti lavorerà sotto la supervisione di Paolo Calcagnini, direttore generale e direttore finanziario di Cdp.
I due nuovi manager dovranno mettere a punto un piano di ristrutturazione e salvataggio e la loro nomina è stata voluta dai soci in cambio della sottoscrizione dell'aumento di capitale. Prima, però, andranno comprese le ragioni dell'improvviso cambio di scenario che ha portato in tre mesi a rivedere target e numeri di Saipem. Un riassetto profondo visto che «la nuova organizzazione prevede la costituzione di una nuova direzione generale con ampie deleghe operative e gestionali; l'istituzione di una unità finalizzata a rafforzare l'attività di pianificazione e controllo finanziario delle commesse e delle altre attività gestionali; la concentrazione delle attività legali e negoziali in una funzione corporate nell'ambito della nuova direzione generale».
Sulla società resta comunque alta la tensione. Ieri S&P ha tagliato il rating da BB a BB- (e potrebbe decidere nuovi declassamenti). Inoltre, il titolo ha chiuso in calo di oltre 3 punti a 1,19 euro. A pesare, anche il clima degli analisti che stimano una capitalizzazione sotto il miliardo e temono che l'aumento possa essere superiore alle attese: 1-1,5 miliardi. La volatilità in Borsa potrebbe quindi persistere fino al 23 febbraio, quando Saipem presenterà alla comunità finanziaria le risultanze della revisione strategica in occasione dell'annuncio dei risultati 2021.
Intanto ieri l'azionista Eni ha annunciato i termini della quotazione a Olslo della controllata norvegese Var Energi il 16 febbraio. Le azioni di Var Energi saranno offerte a un prezzo compreso tra 28 e 31,50 corone.
«La fascia di prezzo di Var Energi spiega Bestinver - è al di sotto delle aspettative (8-9 miliardi). Ma prevediamo una domanda molto elevata. Eni venderebbe quindi tra il 4,4% e il 6,35% in Ipo, con un cash-in compreso tra 0,3 e 0,5 miliardi di euro».
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