Manovra, Squinzi al governo: "Qui si rischia il pateracchio"

Il leader degli industriali bastona la politica: "Il Paese non merita questo". E boccia la manovra: "Reperire le risorse". Zanonato frena: "Sbaglia"

Manovra, Squinzi al governo: "Qui si rischia il pateracchio"

"Quante porcherie, quante porcate". Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi attacca a testa bassa la politica. "Il nostro Paese non merita questo destino", dice tornando a chiedere a gran voce uno sforzo maggiore nell'attuazione delle riforme economiche. A partire dalla legge di stabilità che, a detta di Squinzi, rischia di peggiorare nel’iter parlamentare: "Molti dubbi li abbiamo, rischiamo interventi a pioggia, un pateracchio indescrivibile".

Come già ieri il leader dei giovani imprenditori Jacopo Morelli, anche Squinzi critica duramente la manovra licenziata dal Consiglio dei ministri accusato di non essersi mosso per trovare le risorse. "La politica non ha avuto il coraggio di affrontare alcuni nodi", fa notare il leader degli industriali che, dal tradizionale convegno autunnale dei giovani di Confindustria, rinfaccia al governo di non aver "avuto il coraggio di affrontare alcuni nodi del nostro Paese". Insomma, l'esecutivo avrebbe dovuto intervenire con "una spending review seria" sulla pubblica amministrazione che spende 850 miliardi l’anno. "Come abbiamo fatto in tutte le nostre imprese in questi tempi difficili - spiega Squinzi - credo che programmare un taglio dell’2% o 3% dei costi fosse assolutamente possibile e avrebbe voluto dire recuperare risorse per 20-25 miliardi". Per fare questo, però, il presidente di viale dell'Astronomia è convinto che sia necessario "un governo autorevole e affidabile" che possa andare anche in Europa a rinegoziare il fiscal compact.

Nei prossimi giorni Squinzi conta di incontrare il presidente del Consiglio Enrico Letta per farsi carico delle ragioni e delle emergenze degli industriali. In quella sede farà presente al capo del governo alcune soluzioni per andare a reperire risorse per rilanciare la ripresa economica. Oltre al contenimento dei costi della pubblica amministrazione, argomento pressoché inesistente nella manovra, il leader degli industriali chiederà di investire sul futuro puntando su quelle riforme che "possono far ritrovare crescita al nostro Paese". "Non dimentichiamo che questa lotta continua contro il rispetto del parametro del 3% è determinata dal fatto che diventa sempre più difficile se il pil continua a scendere", continua il presidente di Confindustria secondo il quale "l’unico modo per uscire dalla crisi è ritrovare la crescita". Sulle prospettive di ripresa assicura di essere ottimista. "Gli imprenditori sono ottimisti per definizione - conclude - altrimenti non farebbero gli imprenditori".

"È un giudizio sbagliato secondo me". Secondo il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, la posizione del leader degli industriali è esagerata.

"Noi abbiamo a disposizione 11,6 miliardi e li abbiamo spesi cercando di posizionare tutte le varie poste, in modo tale di avere il massimo effetto in direzione delle attività produttive e in direzione anche del sociale", spiega l'esponente piddì che, a margine del forum della Coldiretti a Cernobbio, ci tiene a far notare che, dopo tanti anni, c'è una manovra che "non prevede ulteriori tasse" ma che "distribuisce risorse".

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