Tim sale ancora, +15% Vivendi non si arrende. Draghi: "Priorità la rete"

Domani il cda convocato contro l'ad. Il titolo arriva intorno ai valori dell'Opa

Tim sale ancora, +15% Vivendi non si arrende. Draghi: "Priorità la rete"

Le quotazioni di Tim si sono allineate ieri (+15% a 0,497 ad azione) appena sotto al prezzo ipotizzato da Kkr (0,505 euro) per l'Opa sul 100% del capitale. Che vuol dire un balzo del 45% rispetto a venerdi scorso quando il valore delle azioni era a 0,34. Intensi i volumi: in 3 giorni è passato di mano il 25% del capitale circolante. Ieri a dare nuova spinta al titolo sono state le indiscrezioni circolate tramite Bloomberg che vogliono Kkr pronta a un rialzo dell'offerta fra i 70 e 90 centesimi ad azione. Kkr però non ha confermato però questa possibilità che, secondo alcuni analisti, sarebbe troppo elevato. Altri osservatori ritengono che lo scorporo delle diverse unità di business di Tim porterebbe la valutazione della società intorno a 1 euro.

Il problema è che sono tutti business strategici per il sistema paese: dalla rete, a Sparkle per le connessioni internazionali, a Telsy per la sicurezza, al cloud. E infatti anche il premier Mario Draghi sull'operazione ha detto: «Siamo ancora ai primissimi passi ma il governo ha tre priorità: la protezione dell'occupazione, della tecnologia all'interno del gruppo Tim nelle varie società e della rete».

L'offerta, pur se non vincolante di Kkr, sembra però credibile per il mercato e anche il titolo di Vivendi - il maggior azionista di Tim con il 23,7% che ha già bollato l'offerta come insoddisfacente - è salito dell'1,9% a Parigi. Intanto resta confermato l'ordine del giorno del cda straordinario previsto per domani con cui Vivendi vorrebbe mandare a casa l'ad Luigi Gubitosi visto il deterioramento dei conti. Vivendi punta ancora a una revisione della governance per giocare da protagonista non solo le sorti della rete ma, a questo punto anche la proposta di Kkr. Il cda era stato convocato prima dell'offerta del fondo statunitense. Infatti ora la manovra di allontanamento dell'ad che ha raccolto l'offerta pare più difficile. E gli 11 consiglieri che avevano chiesto la convocazione del consiglio per sfiduciare Gubitosi, a parte quelli in quota francese, potrebbero decidere di attendere in concretizzarsi dell'offerta da parte del fondo statunitense.

Ovviamente sulla vicenda si concentra l'attenzione della politica e dei sindacati. Questi ultimi, da sempre a favore della rete unica con Open Fiber, si schierano a difesa di Gubitosi. «Mandarlo via sarebbe un salto nel buio», riconoscendogli di aver instaurato corrette relazioni industriali. Il tutto finalizzato alla stabilità occupazionale, al rilancio delle attività e a un progressivo riconoscimento delle professionalità.

Per il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti «se l'offerta di Kkr sarà formalizzata saranno vagliati i profili di interesse pubblico correlati sia agli asset strategici,

in primo luogo la rete, sia all'integrità dell'azienda e dei suoi occupati».

Mentre per il coordinatore nazionale, Antonio Taiani, «Forza Italia è per il libero mercato: ma la rete deve restare sotto controllo dello Stato».

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