"Tim vincerà la sfida. Borsa? Era atteso"

Labriola: "Il mercato ha reagito a numeri diversi rispetto al passato"

"Tim vincerà la sfida. Borsa? Era atteso"

Il pesante calo registrato in Borsa nelle ultime due sedute non deve preoccupare i dipendenti di Tim. È quanto ha sottolineato in un messaggio ai lavorato ai del gruppo l'ad Pietro Labriola. La reazione di Piazza Affari, secondo il top manager, è « scontata perché i numeri sono differenti da quelli presentati in passato. E chiaramente il mercato ha reagito con la modalità di quando si trova davanti cose differenti». In Piazza Affari venerdì scorso il titolo del gruppo ha chiuso con una flessione del 15% e le ordinarie ora valgono 25 centesimi con la capitalizzazione ridotta a 5,2 miliardi. «Molti di voi sono preoccupati - ha affermato Labriola - ma è la preoccupazione di chi sa che abbiamo di fronte una sfida e la capacità di vincerla».

Il riferimento implicito dell'ad è ai conti 2021 e alla «cornice» del nuovo piano industriale illustrato giovedì scorso. L'esercizio al 31 dicembre ha scontato: 4,1 miliardi di svalutazioni dell'avviamento domestico, 3,8 miliardi di stralcio delle imposte differite per l'innovazione della manovra 2022 sull'ammortamento cinquantennale delle Dta (nel 2020 avevano comportato un plus di 5 miliardi) e 500 milioni di accantonamenti sui contratti multimedia (Dazn in primis) che non hanno dato i risultati sperati in termini di ricavi. Se a questo si aggiunge che Tim sta aumentando i propri investimenti per l'avvio delle digital company (Telsy, Olivetti e Noovle) e che la guidance è stata mantenuta su livelli prudenti, lo sgomento di Piazza Affari è comprensibile. Insomma, quello che Labriola ha messo in evidenza nel suo messaggio è la profonda discontinuità rispetto alla precedente gestione. Un cambio di rotta che, inevitabilmente, ha disorientato gli addetti ai lavori. Di qui l'esortazione al personale affinché si ritorni a «fare bene le cose che sappiamo fare cioè i servizi di telecomunicazioni», mettendo il «cliente al centro».

Lo smottamento in Borsa, tuttavia, potrebbe costare nuove svalutazioni ai soci di riferimento.

Il gruppo Vivendi, che detiene circa il 24% del capitale ordinario, ha i titoli in carico a 83 centesimi e Cdp ha speso 0,65-0,70 euro per azione per il suo pacchetto (9,81% del capitale). Il titolo ha perso oltre il 30% in due sedute e, come si osserva in ambienti finanziari, una situazione del genere potrebbe attirare l'attenzione dei fondi attivisti.

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