Usa in bilico per il deficit. E Berlino deve stare attenta

Dopo la decapitazione della tripla A inglese a opera di Moody's, viene in mente quel vecchio film - «... e poi non ne rimase nessuno» - tratto dal romanzo di Agatha Christie «Dieci piccoli indiani». Nel circolo esclusivo composto dai soli soci a prova di debito, sono infatti rimasti appena una decina di membri. Al di fuori dell'Europa, Canada e Singapore; dentro al Vecchio continente, Svizzera, Danimarca, Norvegia, Svezia, cui vanno aggiunti Germania, Olanda, Lussemburgo e Olanda come unici superstiti della pattuglia dell'eurozona dopo l'estromissione della Francia nel novembre 2012.
La crisi mondiale, l'aumentato livello di indebitamento e le prospettive di crescita poco esaltanti, hanno causato negli ultimi anni un processo di selezione naturale nel club della tripla A. Finendo per colpire perfino gli intoccabili. L'umiliazione di un declassamento è stata inflitta anche agli Stati Uniti da parte di Standard & Poor's. Un atto di lesa maestà di cui Barack Obama si è poi vendicato chiedendo un risarcimento da 5 miliardi di dollari all'agenzia di valutazione Usa, considerata dalla Casa Bianca la causa dell'innesco della crisi dei mutui subprime. Il faticoso accordo con cui il Congresso ha evitato il fiscal cliff ha permesso all'America di prendere tempo. Ma in assenza di scelte fiscali in grado di dare sostenibilità ai conti pubblici, è facilmente ipotizzabile che anche Moody's e Fitch seguiranno l'esempio di S&P.
All'interno di Eurolandia la situazione non è più rosea. Su Olanda e Lussemburgo pende la spada di Damocle di un outlook negativo, in passato spesso anticamera del declassamento. Meno esposta è la Finlandia, grazie a un sistema bancario orientato al mercato domestico e un indebitamento sotto controllo. Quanto alla Germania, nell'estate dello scorso anno era stata messa sotto osservazione da Moody's. Dunque, outlook negativo anche per Berlino in seguito ai timori di un'uscita della Grecia dall'euro e al pericolo di maggiori sacrifici finanziari per aiutare i Paesi in difficoltà.

Con lo spettro della Grexit rientrato, il debito tedesco ha riacquistato lo status di «stabile» proprio nell'anno in cui Angela Merkel (nella foto) verrà giudicata dagli elettori. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare per il rating tedesco. Anche perché, ormai, un debito senza rischio non esiste. E il club della tripla A potrebbe presto chiudere per mancanza di soci.

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