Vivendi: "Troppo basse le offerte per la rete Tim"

De Puyfontaine: "Saremo un azionista molto attivo, nessuna intenzione di rientrare in cda"

Vivendi: "Troppo basse le offerte per la rete Tim"

«Le offerte per la rete Tim fatte fino ad oggi (da Kkr e Cdp-Macquarie, ndr) per quanto ne so io, sono molto al di sotto del valore reale». È quanto ha detto ieri l'ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, nel corso della presentazione agli analisti dei risultati 2022. Il gruppo che fa capo a Vincent Bolloré, ha proseguito, sarà un azionista «molto attivo» in Tim (di cui detiene il 23,8%) per «far emergere il vero valore intrinseco dell'operazione» sulla rete. L'obiettivo è «determinare uno scenario con prerequisiti in linea con la posizione strategica» del governo italiano «per costruire un mercato molto attrattivo delle tlc e aprire un nuovo capitolo». Insomma, le pretendenti dovranno migliorare l'offerta dagli attuali 20 miliardi per avvicinarsi ai 31 miliardi chiesti in tempi non sospetti da Vivendi. D'altronde, un orientamento favorevole pare condizione necessaria alla cessione della rete giacché, ove venisse deliberata la convocazione di un'assemblea straordinaria per approvare la cessione del ramo d'azienda, i francesi potrebbero costituire una minoranza di blocco.

L'operatore guidato dall'ad Pietro Labriola ha, infatti, influenzato negativamente i conti della conglomerata transalpina. Vivendi ha riportato una perdita attribuibile agli azionisti di 1,01 miliardi nel 2022, a fronte di un utile di 24,69 miliardi nel 2021 (che includeva il capital gain su Umg). Il risultato include l'adeguamento a fair value della partecipazione in Tim con un effetto negativo da deconsolidamento di 1,347 miliardi. In aumento da 13 a 393 milioni il contributo negativo della partecipazione nel calcolo dell'utile netto. Tale operazione è stata effettuata perché, ha spiegato de Puyfontaine, «Vivendi non ha più un'influenza significativa in Tim a seguito delle dimissioni dei due rappresentanti nel cda e dunque non la calcola più nel proprio patrimonio netto anche perché non ha nessuna intenzione di rientrarvi». Ieri in Piazza Affari Tim ha guadagnato lo 0,96% a 0,3144 euro, mentre Vivendi a Parigi è salita dello 0,53% a 9,86 euro.

La holding francese, pertanto, lavora per «trovare una soluzione per Telecom Italia» e ha mostrato di confidare nelle intenzioni dell'esecutivo Meloni che ha più volte dichiarato l'intenzione di mantenere comunque la rete sotto

controllo pubblico. I ripetuti attestati di stima nei confronti di Palazzo Chigi inducono de Puyfontaine a ritenere che per Vivendi in Italia si possa aprire una «nuova era» con «opportunità di incrementare le nostre attività».

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