Maximulta da 800mila euro quella che è stata comminata ieri dal garante della privacy alla Vodafone, la nota compagnia di telefonia fissa e mobile. Il garante ha accusato Vodafone di marketing aggressivo visto che a seguito di accertamenti ispettivi molto scrupolosi era emerso che in un arco temporale inferiore ai 2 anni, milioni di persone erano state contattate con telefonate o sms senza che avessero mai espresso il loro consenso, anzi in molti casi avevano addirittura chiesto di non essere più disturbati con offerte commerciali. Oltre a questo, alla multinazionale è stato contestato anche il fatto di aver attuato questi illeciti utilizzando banche dati di particolare rilevanza e dimensioni.
Il garante della privacy in un comunicato apparso sulla sua newsletter di ieri ha fatto sapere che "pur considerando in termini favorevoli l’atteggiamento della società che ha intrapreso una serie di misure volte a mettersi in regola, ha ritenuto che le violazioni commesse fossero di maggiore gravità rispetto a precedenti applicazioni di sanzioni della medesima specie, tenuto conto sia dell’elevatissimo numero di contatti realizzati in meno di due anni, sia dei differenti canali di contatto utilizzati (telefono fisso, mobile, sms) che hanno innalzato in modo esponenziale il livello di invasività delle campagne promozionali, sia la grandezza dell’operatore. Per quanto riguarda la prima violazione Vodafone si è avvalsa del pagamento in misura ridotta ed ha definito subito la questione. In merito alla seconda violazione, invece, per la quale non è possibile avvalersi di questa facoltà, l’Autorità ha applicato la sanzione prevista per i casi di violazioni commesse, anche in tempi diversi, in relazione a banche di dati di particolare rilevanza o dimensione, aumentata del quadruplo avendo ritenuto che in ragione delle condizioni economiche del contravventore la sanzione pecuniaria così determinata risultasse inefficace; in virtù di tali circostanze, quindi, l’importo della sanzione è stato aumentato da € 200.000 a € 800.000".
La notizia della mega sanzione è stata accolta con soddisfazione dall'Unione Nazionale Consumatori, la quale per bocca del suo presidente Massimiliano Dona ha sostenuto di come sia arrivata finalmente l'ora di mettere fine alle telefonate indesiderate. "E' urgente che siano varati al più presto i provvedimenti attuativi che servono a rendere definitivamente operativa la legge n.
5 dell'11 gennaio 2018" -ha affermato infatti Dona- "perché nonostante la riforma sia entrata in vigore il 4 febbraio mancano ancora oggi i prefissi unici che servono ad identificare e distinguere le chiamate telefoniche per finalità statistiche da quelle per pubblicità, vendita e comunicazione commerciale. Ci auguriamo – conclude Dona - "che questa sanzione abbia un potere dissuasivo rispetto ad un telemarketing ormai selvaggio".
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