Zuckerberg nella tenaglia dell'antitrust di Inghilterra e Ue

Londra e Bruxelles aprono una procedura sull'utilizzo dei dati degli utenti allo scopo di far concorrenza sleale

Zuckerberg nella tenaglia dell'antitrust di Inghilterra e Ue

«Two is megl che one», recitava un vecchio slogan. E visto che di mezzo c'è la pubblicità veicolata su Facebook, Bruxelles e Londra hanno lasciato da parte i rancori post Brexit per mettersi al lavoro insieme. Così, ecco accendersi in simultanea un doppio faro sul gigante fondato da Mark Zuckerberg. Il sospetto, che se dovesse diventare certezza potrebbe portare a una stangata pari al 10% del fatturato, è un abuso di posizione dominante nel mercato dei social o della pubblicità digitale attraverso la raccolta e l'utilizzo di dati pubblicitari.

In pratica, le autorità antitrust comunitaria e inglese ritengono che il gruppo californiano abbia messo a punto un giochetto sleale di questo tipo: dopo aver raccolto i dati dai propri inserzionisti, utilizza questa enorme mole di informazioni per far loro concorrenza, soprattutto nel segmento degli annunci economici. Ciò vale in particolare per i fornitori di annunci classificati, un termine che deriva dalla carta stampata e si riferisce ad annunci riguardanti per lo più la compravendita di prodotti di seconda mano o piccoli servizi. Inoltre, l'Ue vuole capire se il collegamento tra Facebook e Facebook Marketplace, cioè il suo sito di annunci usato da 800 milioni di utenti, vìola le regole di concorrenza dell'Unione. «Facebook è utilizzato da quasi 3 miliardi di persone su base mensile e da quasi 7 milioni di aziende che fanno pubblicità. Raccoglie enormi quantità di dati sulle attività degli utenti. Nell'economia digitale di oggi, i dati non dovrebbero essere utilizzati in modi che distorcono la concorrenza», ha detto la vicepresidente della Commissione Ue, responsabile della concorrenza, Margrethe Vestager.

Facebook ha subito respinto le accuse: «Lavoriamo per sviluppare costantemente servizi nuovi e migliori che possano soddisfare le esigenze in evoluzione delle persone che usano Facebook. Marketplace e Dating (l'app di appuntamenti digitali, ndr) offrono alle persone più scelta ed entrambi i prodotti operano in un contesto altamente competitivo, che presenta altri grandi player».

L'offensiva a tenaglia Ue-UK è solo l'ultimo attacco sferrato nei confronti delle grandi aziende tecnologiche, sempre più sotto la lente di governi e organismi di controllo a causa dell'enorme potere esercitato sulla vita di miliardi di persone. La Commissione europea ha già sanzionato Alphabet, la controllante di Google, con una multa da otto miliardi di euro e avviato indagini su Amazon e Microsoft, mentre la Competition and markets authority ha posato la lente anche su Google e Apple da quando lo scorso gennaio, in seguito all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, è diventata un'autorità di vigilanza indipendente.

Ma anche gli Stati Uniti sono in pressing sul colosso di Menlo Park: lo scorso dicembre, la Federal trade commission ha accusato il gruppo di aver acquistato illegalmente rivali più piccoli come Instagram e WhatsApp per eliminare la concorrenza.

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