"Effetto orchestra". Così cambiano i brani sul palco (ma senza capolavori)

Abbiamo ascoltato le prove definitive all'Ariston. Tra i concorrenti di stasera Mengoni favoritissimo, Ariete convincente, Grignani promette molto bene e ai Cugini di Campagna viene da chiedere perché

"Effetto orchestra". Così cambiano i brani sul palco (ma senza capolavori)

Poi l'orchestra cambia l'effetto che fa. Non a caso anche quest'anno ciascuno (o quasi) dei 28 brani in gara ha due possibili recensioni, quella «AA» e quella «PA». Ante Ariston e Post Ariston. Ieri tutti gli artisti che da stasera si giocano il Festival di Sanremo hanno fatto le prove decisive. Uno dopo l'altro. Da Elodie a Tananai. Da Grignani ad Anna Oxa, che è arrivata per ultima (ma lo prevedeva la scaletta).

Risultato? Il livello medio è molto alto ma anche molto lineare. Si potrebbe dire un «medio livello medio» nel senso che non ci sono picchi che sulla carta possano far saltare il banco ancora prima della gara. In sostanza, non ci sono Musica leggerissima di Colapesce e Dimartino oppure Brividi di Mahmood e Blanco oppure, per andare ancora un po' più indietro, Occidentali's Karma di Gabbani. Alla settantreesima edizione che inizia stasera non manca un vincitore in pectore (Marco Mengoni). Manca il colpo del kappaò, il brano che si iscriva di diritto all'albo delle grandi canzoni. Almeno finché non inizierà la diretta tv (e qui di seguito le impressioni seguendo l'ordine di apparizione in scena stasera).

ANNA OXA. Ieri sera è stata l'ultima a provare ma stasera aprirà il 73esimo Festival di Sanremo. In realtà anche con Sali (canto dell'anima), Anna Oxa gioca un altro campionato ed è difficilmente inquadrabile nel resto del cast. Arriva vestita di nero, dà anche qualche disposizione ai fonici e poi esibisce una voce mai calante, nitida, sempre di rara potenza. Obiettivamente è una fuoriclasse, così brava da essere talvolta migliore dei brani che canta. Stavolta non deluderà il (suo) pubblico. Voto 7

GIANMARIA. Mostro è un brano che obiettivamente «c'è», lui sa stare sul palco e ha più consapevolezza che ai tempi di X Factor. Certo, sembra quasi cantare in «corsivo», ma sa di fresco. Voto 6

MR RAIN. Il coro di bambini, la presenza quasi leggiadra e un garbo innato compensano un brano non memorabile. Ma Supereroi sta bene in questo cast. Voto 6,5

MARCO MENGONI. Più ascolti Due vite e più convince. Mengoni si «mangia» l'orchestra (suonare negli stadi è una laurea) e il refrain si «mangia» l'ascoltatore. Non c'è niente da fare, dieci anni dopo L'essenziale lui è quello da battere e, a giudicare dalle prime impressioni, ci vorrà molto impegno. Voto 8+ (il + è per il piglio con l'orchestra).

ARIETE. Ieri all'Ariston ha fatto un altro upgrade. Un mare di guai vive dell'interpretazione di questa giovanissima che ha molte frecce al proprio arco. Voleva uscire dalla propria «cameretta» pop e ci sta riuscendo. Alla grande. Voto 7

ULTIMO. Non si «nasconde» dietro al pianoforte e si mette da solo di fronte al pubblico. Un bel segnale. Una bella gestualità. Alba parte lento poi diventa una scalinata di toni ed emozioni. Dal basso verso l'alto con un buon finale (non strepitoso però). Voto 7,5

COMA COSE. Anche con l'orchestra confermano che forse questo brano non era l'ideale per il ritorno a Sanremo. L'addio è anche un addio (speriamo solo arrivederci) a una scrittura fatta di giochi di parole e scarti logici. Voto 5

ELODIE. Due è un brano gigantesco, nel senso che è molto difficile da affrontare. Nelle prove Elodie è sembrata quasi deferente di fronte all'orchestra. Per lo meno all'inizio. Poi la sua voce straripante fa il resto. Voto 7,5

LEO GASSMANN. È arrivato quasi alla chetichella ma potrebbe diventare la rivelazione. Terzo cuore è scritto (anche) da Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari e ne dimostra tutta la vitalità. Gassmann ci aggiunge una sorprendente consapevolezza vocale che esce finalmente dai confini del cantautorato vintage. Voto 8

CUGINI DI CAMPAGNA. Lettera 22 non è un gran pezzo. Loro sul palco ci sanno stare, con l'orchestra un po' meno. Canzone e gruppo si sposano male anche sul palco, non c'è feeling, non c'è empatia, ma soprattutto uno strepitoso mestiere. Voto 5 (uno in più del primo ascolto).

GIANLUCA GRIGNANI. Bravo Gianluca continua così. Quando ti manca il fiato toglie davvero il fiato non soltanto per il testo (parla del rapporto con suo papà) ma anche per il dolore vissuto che lui sa metterci dentro. Voto 8

OLLY. Polvere cresce ascolto dopo ascolto e conferma che potrebbe piazzarsi bene, magari non tanto qui a Sanremo ma poi nello streaming e soprattutto in radio. Lui è bravo ma non straripante e, in questo periodo, è decisamente un valore aggiunto. Voto 6

COLLA ZIO. Quota divertimento assicurata. Loro dicono giustamente che Non mi va non deve essere paragonato a nessuno ed è vero. Però in questo Festival loro portano la ventata di allegria che, da Elio allo Stato Sociale, arriva ciclicamente all'Ariston (senza fare paragoni per carità). Voto 7

MARA SATTEI. Non le basteranno altri Duemilaminuti per arrivare ad avere l'esperienza necessaria. Inoltre il pezzo che porta al suo debutto sanremese non è di quelli destinati a restare negli annali.

Finora la decisoone di venire per lei non è stata così positiva come nelle speranza. Stasera andrà in scena per ultima praticamente a ridosso di Unomattina e quindi potrà perfezionare qualche altro dettaglio per la prossima esibizione. Voto 4

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