La finale più attesa di queste Olimpiadi finisce con il verdetto che i tifosi azzurri temevano di più. Il regno di Marcell Jacobs come uomo più veloce del mondo finisce sulla pista dello Stade de France. A trionfare l’atleta più atteso, l’americano Noah Lyles, che riesce a battere sul filo di lana il talento giamaicano Keshane Thompson ed il connazionale Fred Kerley, tornato ai vertici mondiali. Jacobs finisce zoppicando ma comunque porta a casa un quinto posto, battuto di pochi millesimi dal sudafricano Simbine. Prestazione comunque importante quella dell’atleta lombardo, che riesce a migliorare il suo tempo ma non abbastanza per battere il 9.79 di Lyles e Thompson. Applausi per l’atleta azzurro, che ha confermato di essere in grado comunque di lottare coi migliori velocisti al mondo, chiudendo con un più che onorevole 9.85.
Battuto con grande onore
Le tre semifinali hanno dipinto un quadro della velocità assoluta piuttosto preoccupante per i tifosi azzurri, con il campione olimpico in carica che accede con un 9.92 piuttosto lontano dal tempo fatto segnare dal lombardo a Tokyo in semifinale. Come nell'ultima finale, Jacobs parte ancora dalla corsia più esterna ma i favoriti sono molto agguerriti. Più veloci di tutti i giamaicani, con Thompson che vince al momento il derby con Seville per la corona di erede di Usain Bolt. Dietro a loro gli americani, con Noah Lyles che precede di un solo centesimo l’esperto Fred Kerley. Davanti a Jacobs le due promesse della velocità africana, il sudafricano Simbine e l’atleta dell’ex Rhodesia Tebogo, già molto convincente alla prima Olimpiade.
Dopo la presentazione scenografica, uno scatenato Lyles si gasa prima di presentarsi sui blocchi. Jacobs serio ed impassibile, pronto ai dieci secondi che potrebbero farlo entrare nella leggenda. Accanto all’azzurro, il giovane Tebogo, che potrebbe essere utile come punto di riferimento. Nonostante l’intero pianeta stia guardando, si parte con cinque minuti di ritardo nel silenzio surreale dello Stade de France. Jacobs parte forte e sembra quello di Tokyo: bella la sua corsa ma non riesce a prendere velocità nella fase centrale. Stavolta gli avversari sono tutti lì e la medaglia gli sfugge di mano. Piccola soddisfazione l’essere riuscito a mettersi dietro Tebogo ma per prendere almeno il bronzo sarebbe stato necessario tagliare altri 4 centesimi dal suo tempo.
Jacobs: “Potevo prendere una medaglia”
Presentatosi davanti ai microfoni della Rai ancora zoppicante per un crampo, Jacobs è comprensibilmente amareggiato: “Sono uscito molto bene dai blocchi, buono il tempo di reazione, dovevo continuare a spingere e non ci sono riuscito. Gli altri sono andati fortissimo, non sono riuscito a fare meglio, cerco sempre di dare il massimo per il pubblico ma non ce l’ho fatta. Dispiace ma fa parte del gioco. Non mi sono mai arreso davanti a niente. Un quinto posto che mi dà soddisfazioni ma non mi basta. Potevo prendere una medaglia”.
Il cruccio di Jacobs? Non essere riuscito a dare un’altra grande soddisfazione ai suoi tifosi: “Ho cambiato molto nell'ultimo anno, mi sono spostato negli Usa per un nuovo tipo di lavoro. Il risultato è un 9.85, non un tempo da buttare via. Sarebbe bastato per andare a medaglia nelle precedenti Olimpiadi. Abbiamo dato il massimo, non è bastato: sono un pò amareggiato, avrei voluto festeggiare con tutti voi”.
L’atleta lombardo guarda già oltre, alla sfida della 4x100: “La carriera di Marcell Jacobs non finisce qui, ci sono ancora 4 lunghi anni da affrontare insieme. Si continuerà a lavorare duro come ho sempre fatto e come farò anche in futuro. Il problema alla gamba? Non è niente: domani sarò di nuovo in pista”,- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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