Su MySpace, una delle community più grandi di Internet, Barack Obama ha poco meno di 900mila amici e sulla pagina personale del presidente eletto il suo umore è descritto come «fiducioso». Quando la certezza di aver vinto era ormai arrivata, il futuro inquilino della Casa Bianca ha pensato a loro: i sostenitori via web, quelli che hanno fatto la sua fortuna, che gli hanno fatto guadagnare la nomination democratica, quelli che hanno finanziato la sua campagna e che gli hanno fatto sbaragliare il rivale John McCain. E allora, prima ancora di parlare alle migliaia di persone stipate nella sua Chicago, prima di pronunciare un discorso che sarà ricordato a lungo, Obama ha scritto ai suoi amici virtuali: «We just made history», abbiamo appena fatto la storia. Così ha iniziato il suo messaggio ai sostenitori, grato e conscio che «se non fosse stato per Internet, non sarebbe il 44mo presidente degli Stati Uniti, anzi, non avrebbe nemmeno avuto la nomination», come ha chiosato linfluente giornalista Arianna Huffington.
«Tutto questo è stato possibile solo per merito vostro. Grazie», ha concluso Obama. E i numeri lo confermano: se nelle scorse elezioni il ricambio fra elettori anziani e giovani era stato lento, questa volta è stato molto più massiccio e tutto a favore del candidato democratico. E allora, come Reagan ebbe i «Reagan democrats», come Clinton seppe coinvolgere una generazione economicamente benestante e moderata, come Bush ebbe le «soccer mums», Obama ha avuto il sostegno di migliaia di giovani in Stati chiave, sia per le primarie sia per le elezioni. E li ha ringraziati a modo suo, continuando - come ha fatto per tutta la campagna - a coinvolgerli e tenerli informati.
E allora, sempre prima di abbandonarsi allabbraccio della folla, prima ancora di avere la certezza di aver vinto, ha messo online in tempo reale le foto della sua famiglia, stretta attorno a lui nellattesa dei risultati (su Flickr). Tutti assieme, ansiosamente immersi in quel flusso di numeri, sondaggi, exit poll. Tutti vicini, anche con le due figlie, quasi a voler richiamare le foto di John Fitzgerald Kennedy con la famiglia e i bambini. Lui, in un angolo, con la moglie vicino, la mano stretta in quella della suocera. Poi, quando finalmente la fatidica soglia dei 270 grandi elettori è stata abbattuta, ecco anche la figlia maggiore, Malia, il piccolo pugno contro quello del padre per complimentarsi. Tutto immortalato dal fotografo ufficiale della sua campagna, David Katz. Tutto immediatamente riversato nella sua galleria su Flickr, un sito in cui gli utenti condividono i loro lavori fotografici. Per Obama, Internet non è solo un posto per i 900mila amici di MySpace o per i 3 milioni di supporter su Facebook. È anche un mezzo per coinvolgere queste persone nelle prime scelte della sua Amministrazione, a partire dai nomi che andranno a formare il suo governo. «16 anni fa, Clinton scelse i membri del suo gabinetto con relativa tranquillità - ha osservato il New York Times -. Oggi, ad Obama non mancheranno i suggerimenti». E per raccoglierli tutti, Barack punta sulla presenza capillare nella rete e apre un nuovo sito (change.
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