Roma - La Procura di
Roma ha deciso di procedere contro ignoti per il reato di calunnia aggravata e continuata in danno di Marco
Garatti, Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani "a seguito di notizie fornite dalle Autorità afgane preposte alla sicurezza
al rappresentante diplomatico italiano a Kabul e qui riversate dal Ministero degli esteri tramite il reparto anticrimine
del Ros di Roma". Le indagini della procura, quindi, ora puntano ad individuare chi, tra le autorità afghane, ha organizzato il piano
che ha portato al fermo dei tre operatori di Emergency con l’accusa calunniosa di aver tramato con i talebani
all’organizzazione di un attentato terroristico.
Le indagini dei Ros I carabinieri del Ros, incaricati di svolgere le indagini, già ieri avevano raccolto le dichiarazioni di Marco
Garatti, Matteo Dell’Aira e Matteo Pagani appena giunti in Italia dopo un lungo viaggio in auto da Francoforte a
Como. Ora non è escluso che gli investigatori possano recarsi a Lashkar-gah, dove, il 10 aprile scorso,
nell’ospedale gestito da Emergency le forze afghane (dei servizi dell’Nsd e della polizia) fecero irruzione armi in
pugno arrestando anche i tre operatori italiani. In una stanza dell’ospedale le forze afghane dichiarano di aver
sequestrato giubbotti antiproiettile, armi ed esplosivo e di aver scoperto un piano che aveva come obiettivo un
attentato kamikaze contro il governatore della provincia, Gulab Manga. In pochi giorni il castello di accuse crolla
e domenica 18 aprile i nostri connazionali vengono scagionati e scarcerati.
Non è escluso quindi che gli investigatori del Ros ascoltino i testimoni presenti nell’ospedale al momento
dell’irruzione e dell’arresto dei tre operatori di Emergency e prendere visione (se sarà possibile) anche degli
interrogatori compiuti dalle autorità afghane.
Gino Strada: "Confermate nostre tesi" "Abbiamo detto fin da subito che erano
accuse assurde".
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