Emma e il colpo di "sole" in difesa dei monopoli

Il Sole 24 Ore dà in prima pagina la notizia che Confindustria ha firmato con i sindacati un accordo sull'articolo 8 della manovra. Ma così si alimentano i monopoli

Emma e il colpo di "sole" 
in difesa dei monopoli

Sembra di sognare. Il giornale degli industriali o, meglio, di Confindustria, Il Sole 24 Ore dà in prima pagina, con un titolo che sembra uno squillo di vittoria, la notizia che Confindustria ha firmato con i sindacati un accordo che dovrebbe sterilizzare l'articolo 8 del decreto legge appena varato, che consente alle rappresentanze dei lavoratori a livello periferico di chiarire come si applica l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori, quello che vieta i licenziamenti senza giusta causa. È noto che in base alle interpretazioni della magistratura le imprese raramente possono licenziare per giusta causa, sia pure pagando indennità al licenziato. E ne consegue che gli assenteismi sistematici di comodo ed altre condotte che riducono drasticamente la produttività non possono essere frenati dalle imprese con il licenziamento delle mele guaste. Nei contratti aziendali Fiat voluti da Marchionne per far ripartire la produzione in Italia in modo competitivo c'è la clausola del controllo degli assenteismi del pomeriggio per vedere la partita di calcio e di quelli per i turni di notte scomodi.

A Emma Marcegaglia che trionfante ha annunciato che ha firmato questo accordo sindacale nazionale che impedisce a sindacati locali di accettare clausole di interpretazione della giusta causa e dei fondati motivi dell'articolo 18 sembra essere sfuggito che Fiat auto, dato ciò, continuerà a rimanere fuori da Confindustria. Diversamente non potrebbe far funzionare il contratto aziendale fondato sulla produttività con remunerazione in base al merito, che si usa in Germania e rende competitiva l'industria tedesca.

Occorre ora che Fincantieri che ha elevati tasso di assenteismo di fine settimana e di lunedì e che a causa di ciò perde commesse ed ha i bilanci in rosso, esca da Confindustria per risolvere il problema? Oppure la dobbiamo pagare noi contribuenti e nello stesso tempo sorbirci non solo le prediche della Marcegaglia sulla bassa crescita della nostra economia, ma anche quelle del Sole e del suo direttore Roberto Napoletano, che supinamente approvano tutte le tesi strampalate di Viale dell'Astronomia?

Recentemente la Cassazione ha stabilito che un cassiere di supermercato che era stato licenziato per furto, per giusta causa o fondato motivo, doveva essere riassunto perché la cifra che aveva sottratto alla cassa era solo di 5 euro: ciò non implica la perdita del fiducia del datore di lavoro in quanto la cifra è minima. Sottraendo alla cassa 5 euro per volta si possono mettere insieme dei gruzzoletti, e - trattandosi di piccoli importi -non è facile che la ditta se ne accorga. Ma la Cassazione non ha fatto questo ragionamento e l'impiegato è stato riassunto.

Ecco allora che il titolo dell'articolo del 24 Ore per cui, firmato l'accordo che sterilizza l'articolo 8, ora si devono fare la riforma delle pensioni, quella del fisco e le liberalizzazioni, è perfettamente contraddittorio. Infatti supponiamo che il cassiere autore di quei piccoli furti fosse una donna, e che avesse 59 anni: che senso ha elevare la sua età pensionabile a 61 e gradualmente a 65, se non la si può licenziare perché l'articolo 18 non è interpretabile con spirito di collaborazione aziendale dai lavoratori, con contratti aziendali, decisi a maggioranza, ma continua a essere interpretato rigidamente dalla magistratura? E poi come si può dire «avanti con le liberalizzazioni» se la più importante, quella del mercato del lavoro, viene bloccata dalla Confindustria, monopolista del mercato del lavoro, assieme a un cartello sindacale nazionale?

Standard e Poor’s ha tolto un punto all'Italia soprattutto con l'argomento che la nostra economia cresce poco perché c'e un eccesso di regolamentazioni del mercato dei prodotti e del mercato del lavoro, con resistenze al cambiamento dei vari gruppi di interesse. L'articolo 8 del decreto appena approvato è un passo avanti nella liberalizzazione del mercato del lavoro.

Non si può lamentare che non ci sono abbastanza liberalizzazioni e poi continuare a volere rigidi monopoli. Questa che viene così propugnata non è l'economia sociale del mercato libero, destinata alla crescita, ma l'economia gretta dei monopoli, destinata alla anemia. Con alte tasse e alti debiti.

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