Enac, in cella l'uomo di Bersani Tangenti e amicizie in salsa Pd

I pm di Roma hanno arrestato Franco Pronzato, sconosciuto al pubblico ma mol­to noto nel Pd. Nella stessa inchiesta, un giro di tangenti legate all'Ente naziona­le per l'aviazione civile, è indaga­to anche Vincenzo Morichini, amico e socio di barca di D'Alema. Stesso schema contestato a Bisignani, ma nessuno parla di una possibile P5

Enac, in cella l'uomo di Bersani
 
Tangenti e amicizie in salsa Pd

I pm di Roma hanno arrestato Franco Pronzato, un signore sconosciuto al pubblico ma mol­to noto nelle stanze che contano del Pd. È stato infatti braccio de­stro di Bersani ed era il responsa­bile del settore trasporto aereo. Nella stessa inchiesta, un giro di tangenti legate all'Ente naziona­le per l'aviazione civile, è indaga­to anche Vincenzo Morichini, al­tro amico e socio di barca (e non solo) di D'Alema. Secondo i Pm ci sarebbero prove certe che i due hanno utilizzato per i loro traffici le conoscenze politiche di cui di­sponevano. Riepilogando: due faccendieri lobbisti molto legati al numero uno e due del Pd face­vano affari poco chiari millantan­do entrature politiche.

Più o me­no è lo stesso schema di gioco contestato a Bisignani che ha da­to origine al caso P4. E qui casca l'asino. Perché nessuno si è per­messo di etichettare la vicenda Pronzato-Morichini come una possibile P5. Anzi. I siti internet dei due principali quotidiani, Corriere e Repubblica , l'hanno trattata come banale fatto di cro­naca, relegandola al decimo po­sto nella gerarchia delle notizie. Vi immaginate che cosa sareb­be successo se i due invece che di Bersani fossero stati intimi di Let­ta e Berlusconi? Il finimondo, co­me abbiamo visto più di una vol­ta. A quest'ora le intercettazioni delle telefonate sarebbero già a disposizione dei giornali, i tg avrebbero costruito scenari apo­calittici, lo sdegno dell'opposizio­ne scorrerebbe a fiumi.

E invece niente. Silenzio assoluto. Il loqua­ce Bersani per la prima volta si è sottratto ai microfoni, forse non trovava la battuta giusta per rias­sumere la vicenda. In realtà le cose dovrebbero an­dare proprio così.

La magistratu­r­a indaga senza manie di protago­nismo, le intercettazioni che non hanno rilevanza penale restano nei cassetti, la politica non specu­la su disgrazie private. Almeno fi­no all'emergere di prove contra­rie. Che, non si sa mai, magari ar­rivano anche in questo caso.

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