Delitti e castighi (russi) a Londra Morto un altro magnate scomodo

Nuovo intrigo in Russia, nuova vittima in Inghilterra. Un uomo d'affari denuncia la corruzione nel suo Paese, lo trovano morto in una lussuosa villa

Un manifesto pro Magnitsky
Un manifesto pro Magnitsky

Mosca - Si chiamava Alexandr Perepilichniy e viveva a Weybridge, un quartiere di ville lussuose a un paio d'ore da Londra. E lì che gli uomini della polizia lo hanno trovato senza vita due settimane fa, ma hanno aspettato sino all'ultimo prima di confermare la notizia. Il motivo di tanto riserbo è semplice: Perepilichniy era il super testimone di un'inchiesta contro il governo russo, la sua morte è l'ultimo mistero in un intrigo che si snoda fra le banche di Londra e i palazzi di Mosca.
Questa storia è cominciata negli uffici di Capital Management, una società britannica che investe milioni di sterline sul mercato russo secondo le regole dei «fondi attivi»: prima compra percentuali di società pubbliche, poi indaga sulla condotta dei dirigenti e denuncia sprechi, errori e casi di corruzione. L'obiettivo è migliorare l'azienda, ma è normale che una politica del genere porti anche qualche rischio. I problemi di Capital Management cominciano nel 2006, quando il governo russo stabilisce che il fondo è diventato un pericolo per la sicurezza nazionale. Un anno dopo, la società denuncia una truffa da 230 milioni di dollari e incarica un avvocato brillante, Sergei Magnitsky, di indagare sul caso. Magnitsky pensa che alcuni funzionari del ministero dell'Interno siano coinvolti nella truffa, li denuncia, ma viene condannato al carcere prima di completare il lavoro: morirà nella prigione Byturka di Mosca nel 2008, nonostante gli appelli della stampa britannica. L'indagine sulla truffa si ferma, anche perché le carte dell'inchiesta scompaiono nell'incendio di un furgone che finisce fuori strada qualche mese più avanti. La storia sarebbe destinata a finire nel nulla, ma quelli di Capital Management trovano un testimone in grado di confermare le accuse di Magnitsky: l'uomo è senza nome, si sa che ha avuto a che fare a lungo con le autorità russe e che ora vive in Gran Bretagna, si dice che abbia parlato con un giudice svizzero interessato al caso, ma l'identità resta sotto silenzio. La polizia l'ha svelata soltanto ieri, quando il volto di Perepilichniy è finito sui giornali. Era lui il custode dei segreti di questa lunga storia.
Sembra un romanzo di spie di fine Ottocento, ma non è la prima volta che gli investigatori inglesi trovano ombre russe sulla loro strada. Perepilichniy viveva in una proprietà costosa, fra i suoi vicini di casa c'erano petrolieri e uomini d'affari, l'autopsia non ha fornito alcuna traccia e si aspetta l'esito degli esami tossicologici per capire se la morte è una disgrazia o qualcosa di più. Londra sembra una città pericolosa per i milionari russi: qualche mese fa un banchiere di nome German Gorbuntsov è stato ferito con quattro colpi di pistola nel cuore della City, ma il caso più eclatante resta quello di Alexandr Litvinenko, un ex ufficiale del Kgb morto nel 2006 dopo avere ingerito una dose letale di polonio in un sushi bar a Piccadilly Circus. Agguati, vendette e sospetti hanno mandato in tilt più di una volta i rapporti diplomatici fra Russia e Gran Bretagna. C'è un ultimo particolare interessante nella vicenda di Perepilichniy: l'identità dell'uomo è stata svelata dall'Independent, il quotidiano della famiglia russa dei Lebedev. Quello con i soldi, Alexandr, ha un passato nei servizi segreti e ha fatto fortuna negli anni Ottanta, suo figlio Evgeny ha deciso di investire una parte del patrimonio sulla stampa britannica.

I due hanno lanciato diverse critiche al governo di Mosca negli ultimi mesi, e forse non c'è soltanto l'amore della verità nei servizi speciali da Weybridge, il quartiere lussuoso in cui è morto il supertestimone del caso Magnitsky.

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