Fuga di vapore nella centrale nucleare: due feriti

La Francia ha da tempo sposato l'opzione nucleare per tenere i condizionatori a palla durante l'estate, l'Italia invece ha cancellato dai programmi di politica energetica ogni velleità atomica. Risultato: quando succede un incidente in una centrale dei cugini transalpini, noi rischiamo di subire le conseguenza che volevamo evitare scegliendo il petrolio e il gas quali uniche materie prime in grado di muovere il Paese. Stavolta l'incidente, «di natura chimica con due incidenti lievi», è avvenuto a Fessenheim, in Alsazia, vicino al Reno, e quindi la paura italiana è attenuata dal fatto che di mezzo c'è tutta la Svizzera. Basterà?
Stando ai primi resoconti tecnici che arrivano dalla centrale più vecchia della Francia, in servizio dal 1977 e periodicamente presa di mira dagli ecologisti, non ci sarebbe nulla da temere neanche se il reattore fosse a Nizza.
Edf, l'Enel francese che gestisce la centrale, ha gettato, è proprio il caso di dirlo, acqua sul fuoco. Per usare i termini tecnici citati dalla prefettura, «c'è stata una perdita di vapore di acqua ossigenata in seguito all'iniezione in un serbatoio di perossido di idrogeno che ha reagito con l'acqua».
Nulla di grave, ribadisce Edf, tanto che la Francia, al momento, non ha attivato il sistema di allerta rapida Ecurie previsto nei casi di incidenti nucleari che comportino rischi per la popolazione. Chi corre invece più di qualche rischio sono le due persone che, nonostante indossassero guanti speciali, hanno riportato delle ustioni.
La parola d'ordine che sembra uscire dai palazzi del potere transalpino è una sola: minimizzare. Il presidente Francosi Hollande, tra l'altro, è uno dei nemici dichiarati di quella centrale, ritenuta ovsoleta e per la quale ha promesso, in campagna elettorale, la chiusura entro il 2017. Che poi sarebbero quarant'anni di onorata, fino a ieri, attività.
Minimizzano tutti, parlano di chimica, di reattori non interessati, ma per cominciare sono arrivati sul posto una cinquantina di vigili del fuoco del dipartimento dell'Alto Reno. Anche per controllare da vicino che i due reattori da 900 megawatt ciascuno non abbiano subito danneggiamenti. Ipotesi esclusa fin da subito dalla prefettura, che ha ammesso soltanto la presenza di due persone lievemente ustionate e ha parlato di «un piccolo problema in un edificio secondario alla zona nucleare, ma non nell'edificio del reattore».
Se non si fosse ancora capito che la situazione è già ampiamente sotto controllo, ci pensa il ministro dell'Ecologia e dell'Energia, la signora Delphine Batho, a mettere la ceralacca sull'incidente: «Non ci sono rischi per la sicurezza».

Dopodiché ha chiesto all'Autorità per la sicurezza nucleare un'ulteriore conferma e, per i prossimi giorni, un rapporto completo all'Edf su questo evento «che poi sarà reso pubblico». Anche perché in Francia ci sono 148 reattori e solo gli Stati Uniti ne hanno di più.

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