Il grido dei marò per far coraggio a Latorre e Girone provati e smagriti

Il grido dei marò per far coraggio a Latorre e Girone provati e smagriti

«Onore ai due compagni trattenuti in India. San Marco, San Marco!!». L'urlo dei marò in servizio sulla portacontainer Jolly Nero, che s'aggiunge a quello del capo di 3ª classe Pasquale di Roma, esplode nel comando della Marina Militare. Lì pochi minuti prima il Ministro della difesa Giampaolo Di Paola s'è collegato in videoconferenza con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ha salutato i due marò «ingiustamente trattenuti», ha assicurato loro la «vicinanza delle istituzioni fino alla giusta risoluzione del caso». Il momento più emozionante della videoconferenza per la festa del 4 novembre è, però, quel saluto lanciato dai marò impegnati nella protezione dei mercantili italiani in navigazione sulle rotte della pirateria. Svolgono la stessa missione dei due compagni bloccati in India. Vestono la divisa dei Leoni del San Marco. Sanno che un «leone» non può vivere in gabbia. Per capirlo basta osservare i volti tirati e smagriti di Massimiliano e Salvatore. Quei volti raccontano le tensioni di 8 mesi, esprimono quello che i due fucilieri di marina tengono chiuso nella loro uniforme d'orgoglio. Massimiliano saluta l'Italia e i compagni. Salvatore ringrazia l'intero governo per il «sostegno». Per sé manco un lamento. Ma quei due volti affilati solcano la corazza d'un ministro costretto ad ammettere la propria impotenza d'ammiraglio prestato alla politica.

Di fronte a loro può solo augurarsi che la Corte Suprema indiana opti per una «giusta risoluzione» decidendo di farli giudicare in Italia anziché dai magistrati del Kerala. La domanda, ancora taciuta, è cosa succederà se a Nuova Delhi decidessero di non farlo.

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