Giorgia Meloni ha voluto commemorare oggi la strage di Bologna del 2 agosto 1980, condannando quella che "le sentenze attribuiscono a esponenti di organizzazioni neofasciste". Unendosi al dolore dei familiari di quelle vittime, il premier si è detto "profondamente e personalmente colpita dagli attacchi ingiustificati e fuori misura che sono stati rivolti, in questa giornata di commemorazione, alla sottoscritta e al Governo". Ha respinto le accuse di chi ha sostenuto che "le radici di quell'attentato oggi figurano a pieno titolo nella destra di governò, o che la riforma della giustizia varata da questo governo sia ispirata dai progetti della loggia massonica P2".
Ed è pericoloso, ha aggiunto, "anche per l'incolumità personale di chi, democraticamente eletto dai cittadini, cerca solo di fare del suo meglio per il bene di questa Nazione". Nella sua nota, poi, Meloni si è detta convinta che "in questo clima di crescente odio, le parole e i gesti stiano sfuggendo di mano anche alle persone più avvedute. Mi appello a tutti perché si torni all'interno di una cornice di normale dialettica in quella che, grazie ai sacrifici di tanti, è ormai una democrazia solida e matura". Infastidito dalla replica di Meloni, avendo lui per primo cercato di spostare la commemorazione verso un contesto politico, successivamente Bolognesi ha risposto piccato al premier: "Vorrei ricordare alla Meloni che innanzitutto le vittime siamo noi, non è lei. Resto perplesso, sembra quasi non conosca le vicende storiche e quello che Gelli ha scritto". Non credo, ha spiegato, "di aver detto delle follie, non li ho accusati di aver fatto la strage, ma dico che quelli che hanno poi fatto la strage, ad esempio la Mambro, viene dall'Msi o altri vengono dall'Msi".
La nota del presidente del Consiglio è in risposta al discorso fatto da Paolo Bolognesi, ex deputato del Pd e presidente dell'associazione delle vittime della strage del 2 agosto 1980, che parlando dal palco di piazza Medaglie d'Oro ha sostenuto che "in questo contesto non può passare sotto silenzio il recente attacco alla magistratura italiana attraverso un rinnovato progetto che fu della loggia massonica P2". Il riferimento è alla separazione delle carriere, che è un obiettivo prefissato da questo esecutivo fin dalla campagna elettorale. Quello di Bolognesi è stato un discorso politico in un giorno che dovrebbe unire tutti, senza distinzioni di colore, nel ricordo delle vittime e nella condanna del vile attentato.
Ma l'ex deputato ha voluto rimarcare, al plurale, che "respingiamo dunque i progetti di normalizzazione che nascondono sotto la parola riforma, una pericolosa aspirazione politica di riduzione della giustizia e di controllo dell'esercizio dell'azione penale da parte del potere esecutivo".
Bolognesi, quindi, ha concluso: "L'equilibrio tra i poteri dello Stato è garanzia in primo luogo per i cittadini. E da questo luogo noi vigileremo sempre sul rispetto dei valori democratici e antifascisti".
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