Merkel e Hollande alleati nel nome del formaggio

La si potrebbe chiamare la diplomazia del formaggio: quando le trattative ufficiali non bastano a trovare punti di contatto tra i potenti della terra, la tavola può offrire intese insperate. Così la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande, divisi sugli aiuti ai paesi in crisi, si trovano allineati dalla stessa parte del tavolo quando passa il vassoio dei formaggi.
Per suggellare l'amore per i prodotti caseari e per il buon cibo in generale, festeggeranno i 50 anni di amicizia franco-tedesca, ricevendo a Berlino e a Parigi una ventina di cuochi che lavorano per i capi di Stato, di governo e le teste coronate di tutto il mondo. Sono 25 gli chef che saranno ricevuti dai due leader, come Bernard Vaussion dall'Eliseo, Ulrich Kerz dalla Cancelleria tedesca, e i loro omologhi dal Cremlino, dalla Casa Bianca, da Buckingham Palace. Gli chef che mettono a tavola i potenti sono riuniti dal 1977 nel Club degli Chef dei Capi, e in occasione della trasferta franco-tedesca festeggeranno i 35 anni della loro associazione.
Sarà per il ruolo che giocano negli incontri diplomatici, o perchè ognuno di noi è ciò che mangia - e i potenti non sfuggono all'assioma - ma gli chef dei Capi di fronte ai fornelli svolgono un ruolo più delicato di quello di un artificiere di fronte a una bomba. Chiedetelo alla Regina, la cui longevità sarebbe da imputare alla dieta che il suo ex chef Darren McGrady le faceva seguire: quattro piccoli pasti al giorno, poche patate, e un debole per la cioccolata da assecondare solo di tanto in tanto. Piuttosto impegnativo anche il lavoro degli chef di Obama, non solo per la mole di lavoro, ma anche per le pretese di Michelle: sull'onda della crociata per l'alimentazione sana, i quattro sono stati messi a stecchetto e tutti insieme hanno perso la bellezza di 50 chili. Obama, che a casa assapora in punta di forchetta piatti di stagione e verdure coltivate nell'orto, fuori trasgredisce addentando cosce di pollo, affogate in salsa barbecue, e patate fritte immerse nella maionese. Ma a casa tutti filano liscio, con i menù messi a punto da Michelle. E i cuochi sono costretti a adeguarsi.
Che la questione gastronomica per i potenti della terra sia seria lo si era già capito nel 1988, quando Mitterand incaricò il ministro della cultura Jack Lang di trovare un secondo chef da affiancare a Joel Normand. L'arrivo di Daniele Delpeuch si trasformò in una guerra ai fornelli tra i due cuochi con i grembiuli al posto delle armature e i mestoli invece dei pugnali.

L'esito fu disastroso: la coabitazione si rivelò più ardua di quella tra Mitterand e Jacques Chirac e la povera Daniele fece i bagagli e tornò a casa propria, riportando la tranquillità all'Eliseo. Perchè se nelle cucine dei palazzi del potere regna il caos, anche in sala da pranzo è più difficile fare la pace.

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