E ora si scatena la campagna anti italiana

Nel mirino il leader del partito al governo Sonia Gandhi, di origini piemontesi

Per 45 anni ha cercato di far scordare agli indiani d'essere italiana. Ora, però, quel peccato originale rischia di trascinarla nel fuoco delle polemiche. Nel quindicesimo anniversario della sua nomina a presidente del Partito del Congresso, Sonia Gandhi è costretta a fare i conti con i propri natali piemontesi. Il caso dei marò e il presunto scandalo per l'acquisto degli elicotteri Augusta sono l'occasione tanto attesa dai suoi avversari politici per scatenare la macchina del fango. E le opposizioni, da quella comunista a quella del partito Bjp, portavoce del nazionalismo indù più oltranzista, si guardano bene dal farsela scappare. Da quando l'Italia ha deciso di non far rientrare in India i due marò, le accuse di doppiogiochismo, tradimento e cospirazione si sprecano. Il tentativo di sfruttare l'origine italiana di Sonia Gandhi per metterla sotto accusa non è cosa nuova. Gli estremisti indù fecero fuoco e fiamme anche nel 2004 quando la Gandhi guidò alla vittoria il Partito del Congresso. Allora la signora Sonia se la cavò facendo nominare al proprio posto l'attuale primo ministro Manmohan Singh. Stavolta però sfuggire alle forche caudine di supposizioni e accuse è molto più difficile. I rappresentanti del Bjp la accusano platealmente di cospirazione e complotto. La stampa d'opposizione le chiede di provare la sua fedeltà alla nazione indiana. «Sonia Gandhi il politico più potente del paese – suggerisce un articolo del Firstpost - deve prendere l'iniziativa e provare d'essere, come da tempo tenta di far credere a tutti noi, più indiana che italiana». Per riuscirci dovrebbe, secondo l'articolista, spingere il governo a dichiarare persona non grata il nostro ambasciatore, bloccare tutti i contratti commerciali con l'Italia, congelare i rapporti diplomatici, pretendere dalla nostra magistratura maggiori chiarimenti sulle presunte mazzette di Finmeccanica e, infine, trascinare davanti alla Corte internazionale di giustizia il nostro governo. Pur essendosi sempre guardata dal favorire gli affari dei nostri connazionali - e ancor di più dall'interferire nel caso dei due marò - Sonia Gandhi si trova comunque in una posizione assai imbarazzante.

Proprio per questo l'esecutivo di Manmohan Singh, considerato da larga parte dell'opinione pubblica indiana una sua creatura, potrebbe ritrovarsi costretto ad assumere una posizione particolarmente rigida nei confronti del nostro paese.

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