Obama fa l'equilibrista: «Armarsi è un diritto»

A cinque giorni dalla strage di Aurora, dove James Holmes ha ucciso dodici persone durante la prima dell'ultimo film di Batman, Barack Obama ha rotto il silenzio sulla questione del controllo delle armi. Un silenzio da parte del mondo politico americano e del Congresso che in questi giorni era stato duramente criticato dai media. A pochi mesi da elezioni che si preannunciano difficili, e con le statistiche che dimostrano come gli americani continuino ad armarsi, per Obama la questione è spinosa e il presidente ha scelto un approccio cauto. Dal palco della National Urban League a New Orleans ha sottolineato la necessità di «ridurre la violenza», ma ha anche aggiunto che il diritto dei cittadini americani ad armarsi non è in discussione: «Io come la maggioranza degli americani - ha dichiarato - credo che il secondo emendamento garantisca al cittadino il diritto di portare armi, e credo che riconosciamo come la tradizione di possedere armi passi da una generazione all'altra. La caccia e il tiro sportivo fanno parte di un patrimonio nazionale che difendiamo e rispettiamo». L'idea quindi è quella di rendere i controlli imposti a chi acquista armi «più stretti e più completi», ma senza toccare il diritto al porto d'armi.
Obama ha quindi confermato le dichiarazioni dei collaboratori della Casa Bianca che nei giorni scorsi avevano ammesso che una nuova legge per il controllo delle armi non sarebbe fattibile. Dal palco di New Orleans più che di specifiche norme ha parlato di generico «buon senso»: «Credo che molti possessori di armi siano d'accordo sul fatto che gli Ak47 siano al loro posto tra le mani di militari e non dei criminali e che appartengono ai teatri di guerra e non alle strade delle nostre città».
«Davanti ad una tragedia grave come quella - ha aggiunto - c'è sempre un appello all'azione, si parla di riforme e di nuove leggi. E troppo spesso questi sforzi falliscono a causa della politica e dei gruppi di pressione». Quasi una dichiarazione di impotenza nei confronti della lobby delle armi rappresentata dalla National Rifle Association. Mitt Romney, ha risposto indirettamente a Obama da Londra dove si trovava per l'apertura dei Giochi Olimpici.

La risposta alla violenza per il candidato repubblicano alla Casa Bianca non può essere modificare la legge, ma «cambiare il cuore del popolo americano». Gli americani a volte, ha osservato intervistato dalla Nbc News «sperano che solo cambiando una legge, le brutture spariscano, ma non è così: cambiare il cuore degli americani può essere quel che è importante».

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