Pistorius piange, la polizia lo inchioda

Lui respinge ogni accusa. Ma la dinamica e le testimonianze convincono gli inquirenti: "È omicidio premeditato"

Pistorius piange, la polizia lo inchioda

L'ultima corsa di Oscar Pistorius finisce su un'auto bianca della polizia sudafricana. Un agente nero, in un Paese in cui in un passato ancor troppo recente il colore della pelle distingueva diritti, colpe e giustizia, lo sorregge. A braccia. «Blade Runner» in manette, la giacca sulla faccia. Il campione amputato capace di sfidare il mondo da quando era un bimbo rimasto senza gambe, trema. Le mani a coprirsi il volto, le lacrime. Le parole balbettate. Per dire che no, non voleva uccidere la sua fidanzata così bella e forse irraggiungibile anche per lui, il campione «diverso». Anche se viveva lì, come una moglie, anche se tra un tweet e l'altro giurava d'amarlo, nella splendida villa bunker di Pretoria dove si era trasferita per essergli vicina.
Reeva Steenkamp, la modella immagine dell'Avon, una delle donne più desiderate sul globo, però non è stata uccisa per sbaglio la vigilia di San Valentino. Almeno secondo l'accusa. Che anzi si fa sempre più pesante: contro Pistorius si ipotizza l'omicidio premeditato. Rimarrà dunque in cella, non in carcere ma in una stanza di sicurezza della polizia di Brooklyn, nella capitale. I difensori vorrebbero liberarlo su cauzione, il tribunale ha deciso di decidere martedì prossimo.
Lui ieri mattina, piangendo davanti ai giudici, mentre il padre, Henke gli poggiava le mani sulle spalle, ha ripetuto ancora una volta che si è trattato di un incidente. Di una tragica fatalità. «Pensavo di sparare a un ladro, non alla mia ragazza», ha ripetuto. Lo stesso magistrato, ha provato a calmarlo: «Tranquillo, venga a sedersi». Mentre tra giornalisti e avvocati quasi finiva in rissa. Il pm Gerrie Nel, però non crede al paratleta. La stessa dinamica del delitto, le testimonianze dei vicini- che raccontano di aver sentito le classiche grida di una lite l'altra notte, seguite poi dal fragore degli spari-, i precedenti, non depongono a suo favore. Dottor Jekyll e mr. Hyde è stato ribattezzato Pistorius, evaporati in un colpo gli sponsor e gli amici come i suoi successi: stando all'accusa avrebe inseguito la compagna e le avrebbe sparato mentre lei si rifugiava nella toilette. Fosse riconosciuto colpevole, qualora venisse ravvisato un elemento di premeditazione, scatterebbe automaticamente il massimo della condanna, il che vuol dire almeno 25 anni in carcere.
Ieri è stata eseguita l'autopsia sul corpo della vittima ma i risultati, ha fatto sapere la polizia, non verranno resi pubblici. Il quotidiano sudafricano Beeld, anticipa che la Steenkamp sarebbe stata raggiunta dai quattro colpi di pistola sparati da Pistorius attraverso la porta del bagno. Stando invece a un altro quotidiano, The Star, il cadavere della ex modella sarebbe stato invece trovato ai piedi della scala della villa.
Gossip di un omicidio che sgomenta da nord a sud dell'Equatore. E che non finisce nemmeno di fronte alla tragedia. Reeva, la bellissima bionda, ancora per un po' continuerà a «vivere». Almeno nel mondo della celluloide. I produttori del reality sudafricano di cui era protagonista, loro sì davvero sprezzanti del dolore, hanno confermato la decisione di trasmettere comunque il programma.


Così oggi andrà in onda, come da palinsesto la prima puntata di «Tropical Island of Treasure», una sorta di «Isola dei Famosi» ambientato in Giamaica. Ci si aspetta un'audience da urlo. L'emittente tv Sabc1 tenta una miserabile giustificazione: la trasmissione sarà in memoria di Reeva e sarà introdotta da un suo ricordo. Come far sorridere un fantasma.

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