Il regalo d'oro del ministro al "re" del flop sui marò

Mogherini premia l'ex sottosegretario De Mistura che ha fallito la trattativa con l'India

Il regalo d'oro del ministro al "re" del flop sui marò

In India non ha cavato un marò dal buco. In Europa guiderà un carrozzone dal costo di tre milioni d'euro all'anno. Incassandone 30mila al mese per il disturbo. Dopo gli insuccessi indiani la carriera di Staffan de Mistura vi sembrava al tramonto? Temevate che lo spietato Matteo Renzi l'avesse destinato alla rottamazione? Vi sbagliavate. E di grosso. Il diplomatico responsabile per oltre due anni di tutte le fallimentari iniziative rivolte a ottenere lo scagionamento e il rilascio di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone si prepara a una nuova brillante stagione europea. Pagata con i soldi dei contribuenti. Da venerdì è alla testa dell'Istituto Europeo per la Pace, un organismo creato, spiegano le fonti di Bruxelles, per operare sul cosiddetto «secondo binario» della diplomazia, ovvero «negoziare e intavolare trattative con interlocutori che sarebbero “off limits” per i canali ufficiali». L'uomo che, nella veste ufficiale di sottosegretario della Farnesina e di inviato dell'Italia, non ha ottenuto un bel niente nel contenzioso con il legittimo governo indiano verrà incaricato di tessere trattative al limite dell'impossibile con gruppi come i talebani afghani o i Boko Haram nigeriani. A prima vista sembrerebbe come pretendere di vincere un campionato di rally guidando una Rolls-Royce un po' scassata. Ma a Bruxelles regna l'ottimismo. E, soprattutto, non si bada a spese. Così per l'ex sottosegretario è già stata messa a bilancio una paghetta mensile da 30mila euro ed è in allestimento una struttura il cui costo, secondo gli studi di fattibilità commissionati dalla Commissione Esteri del Parlamento europeo si aggirerà intorno agli 8 milioni e 815mila euro per il primo triennio d'attività. Soldi che ovviamente Germania, Gran Bretagna e Francia, ovvero i paesi più ricchi e più avveduti dell'Unione europea, si guarderanno bene dal pagare. A finanziare un'attività che sembra l'inutile doppione di quella già svolta, probabilmente con maggior esperienza e competenza dai servizi d'intelligence nazionali, saranno solo Italia, Belgio, Finlandia, Polonia, Spagna e Ungheria con l'appoggio esterno della Svizzera.

L'Italia ignorata dall'Europa sul caso marò, abbandonata sul fronte dell'immigrazione, si appresta insomma a foraggiare un'operazione «fortemente voluta» dallo svedese Carl Bildt, ministro degli Esteri di uno di quei paesi nordici sempre pronti a scudisciare le nostre politiche finanziarie ed economiche. A usufruire degli eventuali, anche se improbabili, successi dell'organismo sarà invece il «Servizio europeo per l'azione esterna» ovvero la ragnatela di rappresentanze diplomatiche europee messa in piedi dalla Baronessa Catherine Ashton durante il suo mandato di Commissaria per gli Affari esteri. Anche qui però campeggia un grosso punto interrogativo. Se il Servizio europeo già mantiene un servizio d'intelligence con oltre 110 fra funzionari e agenti a tempo pieno, a cosa serviranno i servizi dell'Istituto Europeo per la Pace pagati dall'Italia dagli altri partner? «A dilapidare risorse mentre ai cittadini vengono chiesti continui sacrifici in nome dell'austerità», risponde a muso duro l'eurodeputato Carlo Fidanza eletto con il Pdl e attuale capo delegazione di Fratelli d'Italia a Strasburgo. «Se il buongiorno si vede dal mattino, è facile prevedere - dichiara Fidanza al Giornale - un aumento delle crisi irrisolte e delle figuracce della Ue. Il quinquennio di Lady Ashton si chiude con un bilancio di assoluta mediocrità e questa operazione è la ciliegina sulla torta: l'Europa imbelle dalla Libia alla Siria, dall'Ucraina ai marò, crea l'ennesima macchina mangiasoldi anziché darsi una politica estera degna di questo nome». Sul fronte della politica italiana la manovra è ancor più ambigua.

Federica Mogherini, il ministro degli Esteri del governo Renzi che sancì il siluramento di De Mistura annunciando un cambio di politica italiano sul caso dei marò lunedì è corsa a Bruxelles per tenere a battesimo il neonato carrozzone degli sprechi europei. O meglio la nuova officina finanziata dal contribuente e usata per rimetter in pista un rottame del governo Monti e Letta.

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