Siria: "Pronto l'attacco" Ma gli Usa smentiscono

Usa e Gb sarebbero pronti a intervento militare. La Russia frena: "Conseguenze gravi". Cecchini sparano su ispettori Onu

Siria: "Pronto l'attacco" Ma gli Usa smentiscono

Non ci sarà un attacco imminente da parte degli Stati Uniti nei confronti della Siria. "Il presidente Obama non ha deciso di impegnarsi in un’azione militare", sostiene una fonte della Casa Bianca smentendo la notizia di una possibile offensiva da parte di Washington e Londra dopo il presunto uso di armi chimiche da parte del governo siriano.

L'ipotesi era stata diffusa da alcuni giornali britannici, come il Daily Telegraph e il Daily Mail, secondo cui Gran Bretagna e Usa sarebbero pronti a un attacco missilistico già dalla prossima settimana. A questo si unirebbe anche la Francia: secondo il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, "non è stata ancora presa alcuna decisione", ma "bisogna modulare le reazioni e questo sarà concordato nei prossimi giorni". A un intervento da parte di una qualsiasi coalizzione internazionale parteciperebbe anche la Turchia, anche senza un più vasto consenso dell'Onu. "La nostra priorità - ha detto il ministro degli esteri turco Ahmet Davotoglu al quotidiano Milliyet - è sempre stata agire con la comunità internazionale, con le Nazioni Unite. Se tale decisione non emergerà dal consiglio di sicurezza, in agenda saranno messe delle alternative. Attualemente circa 36-37 paesi stanno discutendo delle alternative. Se si formerà una coalizione contro la Siria in questo processo, la Turchia prenderà il suo posto".

Accuse "insensate" quelle mosse al suo governo secondo Bashar al Assad, intervistato dal quotidiano russo Izvestia. Il presidente siriano ha avvertito gli Stati Uniti che i loro progetti di un intervento militare in Siria sarebbero destinati al "fallimento come in tutte le precedenti guerre che hanno scatenato, dal Vietnam ad oggi". "Sin dall’inizio della crisi, Usa, Francia e Gran Bretagna hanno tentato di fare un’invasione militare" - spiega - "Ma sfortunatamente per loro le cose hanno preso una piega diversa. Hanno tentato di convincere Russia e Cina a cambiare le loro posizioni al consiglio di sicurezza Onu ma non ci sono riusciti. Hanno fallito nel convincere i loro popoli e il mondo intero che la loro politica in Medio oriente è intelligente e utile"

Ma la Russia mette in guardia Barack Obama da un eventuale intervento militare parlando di conseguenze "estremamente gravi". In una telefonata di Sergej Lavrov al suo omologo Usa John Kerry, il capo della diplomazia russa ha sottolineato: "Le dichiarazioni ufficiali fatte negli ultimi giorni da Washington sul fatto che le truppe americane sono pronte ad intervenire nel conflitto siriano sono viste con profonda preoccupazione. Si ha l’impressione che certi circoli, inclusi quelli sempre più attivi nei loro appelli per un intervento militare scavalcando l’Onu, stiano francamente tentando di spazzar via gli sforzi comuni russo-americani degli ultimi mesi per convocare una conferenza internazionale per una risoluzione pacifica della crisi".

Intanto oggi gli ispettori Onu hanno esaminato il teatro dell’attacco con presunte armi chimiche nei sobborghi della capitale.

Arrivati a Ghouta, dove secondo le denunce dell’opposizione il gas ha ucciso centinaia di persone, sono stati attaccati da alcuni cecchini non identificati, come riferiscono gli attivisti del Comitato di coordinamento locale di Muaddamiya, la cittadina dove hanno provato a entrare gli ispettori.

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