Tunisia, scontri salafiti-polizia: fermata Amina

La ragazza tunisinaarrestata a Kairouan, dove imperversano scontri fra salafiti e polizia. Un morto vicino a Tunisi

Tunisia, scontri salafiti-polizia: fermata Amina

Amina, la giovane tunisina diventata famosa perché, qualche mese fa, aveva pubblicato su internet alcune sue foto a seno nudo, è stata arrestata a Kairouan dove imperversano - come in altre città del Paese - duri scontri fra militanti salafiti e le forze di polizia. Secondo il governatore di Kairouan, Abdelmajid Laghouan, è finita in manette per essersi spogliata davanti alla moschea Okba Ibn Nafaa. Qui erano infatti asserragliati decine di salafiti che, con il suo gesto, Amina avrebbe voluto sfidare. Negli scontri vicino a Tunisi sarebbe morto un giovane.

Il sito Tunisie Numerique riferisce che Amina si era recata in piazza con l’intenzione di "affrontare i salafiti", che negli ultimi giorni hanno ingaggiato numerosi scontri con la polizia, in diversi centri del Paese, quasi sempre vicino alle moschee, per cercarvi riparo dopo le risposte delle unità anti-sommossa. In un sobborgo di Tunisi, Cité Ettadhamen, alcune centinaia di salafiti si sono riuniti ed hanno ostruito le strade con cumuli di pneumatici dati alle fiamme. Alla polizia, che è intervenuta con i gas, i salafiti hanno risposto con una sassaiola.

Amina aveva raccontato di essere stata ''sequestrata'' da alcuni parenti subito dopo la pubblicazione degli scatti osè su Facebook. Poi si è presentata con un nuovo look (capelli corti e biondi), facendosi ritrarre con una scritta sul seno contro le "lezioni della morale".

Venerdi il governo tunisino aveva vietato il congresso della formazione salafita Ansar al-Sharia in programma nel fine settimana a Tunisi, perché "viola la legge e rappresenta una minaccia all’ordine pubblico", si legge in un comunicato del ministero dell’Interno.

Ma la decisione ha contribuito a far salire la tensione nel Paese. Sabato sera Seifeddine Rais, portavoce ufficiale di Ansar al Sharia, è stato arrestato. Da lui erano arrivate violentissime dichiarazioni contro lo Stato e le forze di sicurezza.

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