Siria, ancora tensioni con la Turchia Colpi di mortaio: Ankara bombarda

Da Damasco colpi di mortaio oltre confine, sulla citta di Yayladagi. La Turchia risponde bombardando di nuovo

Carrarmati turchi vicino al confine
Carrarmati turchi vicino al confine

Dopo l'attacco a colpi di mortaio da parte della Siria sul villaggio turco di Akcacale (guarda le foto), che ha provocato cinque morti, e la conseguente risposta della Turchia, le ostilità al confine tra i due Paesi continuano.

Nella giornata di ieri il parlamento di Ankara ha approvato una mozione che permetterà alla Turchia di scatenare operazioni militari oltre confine. Il via libera dell'Aula sarà valido per un anno. E se non costituisce una dichiarazione di guerra, come a più riprese hanno ripetuto i vertice dello Stato, a partire dal primo ministro, di certo è un messaggio molto chiaro per Damasco.

Proprio il premier Erdogan questo pomeriggio è tornato a parlare, ribadendo che la Siria dovrà fare attenzione. Sarebbe un "errore fatale" testare le capacità di risposta della Turchia. E che se non si è ancora nella condizione di dichiarare guerra "non ne siamo lontani". Gran parte dei cittadini non vuole uno scontro, ma la retorica del premier non è per questo meno aggressiva: "Si dice 'se vuoi la pace, preparati alla guerra'".

Oggi Damasco è tornata a farsi sentire. Un colpo di mortaio si è abbattuto su un terreno agricolo a Yayladagi, nella provincia turca di Hatay. E l'attacco ha suscitato la risposta di Ankara. Ha fatto levare i caccia, per bombardare nuovamente - secondo l'agenzia di stampa Anadolu - la scomoda vicina di casa. I turchi starebbero anche rafforzando le difese lungo il confine. In movimento blindati e batterie di missili anti-aerei.

Damasco teme il conflitto?

Se l'ipotesi di un conflitto non interessi ai turchi, tantomeno piace a Damasco. Per evitare rappresaglie da parte della Turchia, la Siria - scrive Zaman - avrebbe limitato il raggio di azione dei propri aerei da guerra a dieci chilometri dalla frontiera.

Disposizioni anche all'esercito, che starebbe facendo il possibile per impedire lanci di mortaio oltre confine. L'inasprirsi della situazione potrebbe invece fare comodo ai ribelli che da mesi lottano contro l'establishment di Damasco.

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