Si atterra ad Adis Abeba dopo un comodo viaggio a bordo dei Boeing 767 e 757 dell'Ethiopian Airlines. E subito il tempo segna un passo differente. Il fuso con l'Italia è di sole due ore. Ma sono le nove, le lancette segnano le quattro. Gli orologi qui battono ritmi diversi sconosciuti a noi occidentali perché gli etiopi seguono la luce del sole. Così le sei sono la prima ora del mattino, le diciotto la prima della sera. E secondo il calendario giuliano corre l'anno 2004.
Unico paese cristiano d'Africa, unica nazione africana a non essere mai stata colonizzata - a parte il breve periodo italiano - l'Etiopia è considerata la culla dell'umanità. Secondo gli antropologi proprio in questa regione avrebbe avuto origine l'umana avventura. A testimoniarlo Lucy, la più vecchia bipede mai rinvenuta (e il cui scheletro data ben tre milioni e mezzo di anni!) che sembra sorridere da una bacheca del Museo archeologico. Da Adis Abeba, la caotica capitale che include otto milioni di persone e il più grande mercato del continente, comincia il nostro viaggio a ritroso nel tempo, tra spazi immensi, ancetrali. Alla scoperta delle sorgenti del Nilo Azzurro, dei castelli di Gondar, delle chiese rupestri di Lalibela, monolitiche ed ipogee, interamente scavate nella roccia.
L'emozione arriva subito. Forse perché siamo sul tetto d'Africa (Adis Abeba è a 2400 metri, gli altopiani superano abbondantemente i tremila, le montagne del Semien, «color del bronzo e color del rame», i quattromila). Forse per la straordinaria intensità di paesaggi che si appoggiano all'orizzonte senza che l'occhio scorga traccia di attività umana. Forse per la dolcezza della gente etiope, dal volto delicato e dagli occhi brillanti. O semplicemente per il consueto mal d'Africa che colpisce i farangi (stranieri) quando s'avventurano per le piste tra nuvole di polvere rossastra. La storia dell'Etiopia, tramandata oralmente fino ai giorni nostri, comincia con l'inganno. Quello che re Salomone tesse alla bellissima regina di Saba per trattenerla nei suoi palazzi. Dall'unione nasce Menelik, primo di una stirpe che vanta ben 224 sovrani. L'ultimo è il Negus, Hailé Selassié, morto nel 1975. Fatti storici e leggende che s'intrecciano nelle filastrocche degli azmari (cantastorie), la sera, al suono del tamburo, nei locali dove si mesce uno strano liquore fermentato. O durante la cerimonia del caffè quando si cacciano gli spiriti maligni.
L' Etiopia, tra gli Stati più poveri al mondo, è inevitabilmente terra di contrasti. Le autorità dichiarano un 20% di analfabeti ma i negozi non hanno insegne: una lattina infilata su un palo indica dove si beve birra. Le strade sono sterrate ma gli operai lavorano per istallare la fibra ottica. I contadini reggono aratri in legno, forgiati a mano, mentre squadre di cinesi si spostano su moderni trattori.
E' la prima ora del giorno, il cielo è ancora bruno. La pista polverosa pullula di figure avvolte nel ghabi, il velo bianco. Centinaia di fedeli ascoltano la Messa tra sgargianti icone e tappeti sporchi. E pregano anche all'aperto, in lingua amarica, sotto le acacie, un rito collettivo e coinvolgente. Ed ecco finalmente le dodici chiese di Lalibela, del colore della roccia. E' la fede a caratterizzare l'identità del popolo etiope, unico baluardo di cristianità in terra africana, strenuamente difeso nei secoli. Segno visibile la varietà di croci, oltre tremila. In legno, ottone, argento, oro, veri e propri oggetti d'arte. Nessun altro Paese cristiano ha saputo svilupparne una simile quantità. Se ne vedono ovunque: piccole, grandi, al collo di pastori e viandanti, incise sui bastoni. Tra le mani dei preti o dipinte sui murales. Quella di Lalibela è allungata, con decorazioni a forma di uccello e il simbolo dei dodici apostoli. Quella di Gondar è simile ad una croce greca. (Per approfondire l'argomento: Croci d'Etiopia. Il segno della fede: evoluzione e forma, di Mario Salvo, ed. Skira). Per un viaggio-spedizione in Etiopia lo specialista è Maurizio Levi che offre molteplici itinerari e che sta potenziando le proposte sia per il nord sia per il sud del Paese. (La Rotta Storica, 8 giorni, da 2330 euro. I Viaggi di Maurizio Levi, via Londonio, 4, Milano.Tel: 0234934528. www.deserti-viaggilevi.it. Ethiopian Airlines garantisce cinque voli settimanali diretti da Malpensa.
Il vettore, che già collega Abis Abeba con ottime coincidenze verso 44 destinazioni africane sta aprendo anche nuove rotte su Benin, Namibia, Toronto e San Paolo. Per informazioni e prenotazioni: www.ethiopianairlines.it, tel. 02 8056562).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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