In Europa a rischio pedofilia 250mila bambini

Luca Telese

da Roma

La notizia l’ha data a Roma. Franco Frattini, commissario per Giustizia Libertà e Sicurezza della Commissione Europea sceglie un convegno della più importante organizzazione non governativa che lavora nel campo dell’infanzia, la European foundation for street children worldwide di Maartje Van Putten per annunciare «un piano d’azione» straordinario a tutela dei bambini: «Ora il budget annuale del piano Daphne arriverà a dieci milioni e mezzo di euro». E aggiunge: «Nelle priorità del nuovo piano al primo posto ci sarà la tutela dei minori minacciati da organizzazioni criminali e incubo-pedofilia. Non posso rivelare il dato esatto. Ma dalle ricerche, purtroppo, risulta che l’Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla piaga pedofilia. In Europa sono 250mila i bambini a rischio, per fortuna il coordinamento delle intelligence europee sta inferendo colpi durissimi a chi sfrutta Internet per adescare i bambini». Va raccontato un frammento di questa particolare riunione romana. Nella sala delle Bandiere, infatti, erano accorsi esperti da tutta Europa, nel settore lavorano molti ex eurodeputati che hanno consacrato il loro impegno alla tutela dei bambini, persone di grandissima esperienza, persino la moglie del presidente Barroso, Margarida Sousa, madrina discreta ma attentissima. E le reazioni alle puntigliosa relazione di Frattini sono state entusiastiche, emerse in un botta e risposta a braccio in cui il commissario ha convinto tutti con un inglese impeccabile e una sorprendente padronanza della materia. Frattini racconta di aver concepito il piano di concerto con Barroso e gli altri commissari perché la bocciatura dell’Euro-Costituzione impedisce di fatto una direttiva. E persino di essersi servito di una consulente del tutto speciale, la figlia Carlotta, quattordicenne «molto sveglia e sensibile». La novità più importante? «La costituzione di un unico telefono azzurro Ue».
Onorevole Frattini, se diciamo che l’iniziativa parte dal basso o gli «eurocrati» si arrabbieranno?
«No, guardi, non si arrabbia nessuno. È un approccio aperto concordato in Commissione; non decisioni calate dall’alto a Bruxelles, ma un provvedimento discusso con chi sa e chi fa».
Formalmente lei non potrà adottare una direttiva.
«Sì, è uno dei paradossi creato dalla bocciatura della Costituzione europea. Così abbiamo introdotto la formula innovativa del piano di azione: investiremo sulla tutela dell’infanzia 10 milioni e mezzo di euro, è la seconda voce di spesa in assoluto del mio commissariato».
La seriosissima moderatrice olandese, Annette Bosscher, ha detto: il piano Frattini è «Fantasia al potere».
«È stata troppo gentile. Certo serviva un salto di qualità: l’allargamento dell’Unione ha prodotto grandi opportunità, ma anche nuovi rischi per i minori. Penso al mercato di bambini dall’Est Europa che stiamo combattendo con ogni mezzo, o anche al problema delle adozioni internazionali».
Lei lancia anche l’allarme sulla pedofilia...
«Purtroppo sì: si sono intensificati i messaggi ingannevoli, le “esche” informatiche che col pretesto di un gioco o di una favola cercano di catturare l’attenzione dei bambini».
Sembra quasi che ne parli per conoscenza diretta.
«Devo dire che quando mia figlia Carlotta era più piccola ho dovuto “filtrarle” io stesso alcuni accessi pericolosi. Ora è lei che mi fa da.. consulente, che mi segnala delle cose. Non sembri strano: gli stessi bambini devono essere la nostra principale fonte di ispirazione».
Lei ha detto che l’Italia è uno dei paesi più colpiti?
«Lo confermo. Ma abbiamo una fortuna, una delle migliori polizie informatiche dell’Ue. Ora, con la collaborazione di Europol, i progressi di ognuno diventano patrimonio di tutti».
Lei usa anche dati che provengono dalle Ong, possibile?
«Sì. Ho commissionato a Europol una ricerca su delitti e violenze sui minori. In attesa dei risultati ho scoperto che le Ong avevano dati interessantissimi, li ho solo catalogati e utilizzati: le associazioni hanno dati che le polizie non otterranno mai».
Il telefono azzurro unico europeo è uno dei suoi pallini.
«È così. Sono orgoglioso che sia un italiano, Ernesto Caffo, a coordinarlo.

In passato, l’egoismo di alcuni stati membri faceva sì che molti dicessero: o si adotta il nostro numero o non si fa. Ma i bambini, spesso rapiti e sballottati da un paese all’altro, non possono cercare nell’elenco del telefono. Ora un accordo è stato finalmente raggiunto, presto esisterà e sarà attivo».

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