Draghi sull'Ue: "Cambiamento radicale perché continui a esistere"

"Serve il doppio del piano Marshall": sono 400 le pagine scritte dall'ex presidente del Consiglio. Le parole d'ordine sono "urgenza e concretezza"

Draghi sull'Ue: "Cambiamento radicale perché continui a esistere"
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Mario Draghi presenta a Bruxelles il suo report sulla competitività lungo 400 pagine. L'obiettivo dell'ex presidente della Banca Centrale Europea è chiaro: fornire all'Ue un nuovo slancio, consentendole di superare tutti quei freni strutturali che le hanno fatto perdere sempre più terreno nei confronti di Stati Uniti d'America e Cina. "L'unico modo per diventare più produttiva è che l'Europa cambi radicalmente", si può leggere nel documento.

La presentazione con von der Leyen

Ed è proprio su questo report che Draghi, in conferenza stampa al fianco della presidente della Commissione europea, Ursula von Der Leyen, ha voluto sottolineare che la sua analisi arriva in un "momento difficile", per il quale si parla espressamente di "un cambiamento radicale, che dovrà essere urgente e concreto". Tuttavia, ricorda l'ex capo del governo italiano, "non partiamo da zero. Abbiamo infatti la speranza di poter realizzare tutto quello che proponiamo".

Di fatto, per l'Europa, si tratta una vera e propria "sfida esistenziale" Nella prefazione del report, infatti, viene spiegato che "l'Europa si preoccupa del rallentamento della crescita dall'inizio di questo secolo. Varie strategie per aumentare i tassi di crescita si sono avvicendate, ma la tendenza è rimasta invariata". Considerando diversi parametri, si è aperto un "ampio divario nel Pil tra l’Ue e gli Stati Uniti, guidato principalmente da un rallentamento più pronunciato della crescita della produttività in Europa".

Draghi: "Nostre dipendenze sono vulnerabili"

E, su base pro capite, "il reddito disponibile reale è cresciuto quasi del doppio negli Stati Uniti rispetto all’Ue dal 2000". L'era della rapida crescita del commercio mondiale sembra essere passata, è scritto ancora nel documento, con le aziende dell’Ue che si trovano ad affrontare "sia una maggiore concorrenza dall’estero che un minore accesso ai mercati esteri". L’Europa inoltre ha improvvisamente perso il suo più importante fornitore di energia, la Russia. Nel frattempo, "ampio divario nel Pil tra l’Ue e gli Stati Uniti, guidato principalmente da un rallentamento più pronunciato della crescita della produttività in Europa sta diminuendo e le nostre dipendenze si sono rivelate delle vulnerabilità".

Il cambiamento tecnologico sta accelerando rapidamente: "L’Europa ha in gran parte mancato la rivoluzione digitale guidata da Internet e i guadagni di produttività che ha portato". Poi il fattore demografico. L'Ue sta entrando nel primo periodo della sua storia recente in cui la crescita non sarà sostenuta dall’aumento della popolazione. "Entro il 2040, si prevede che la forza lavoro diminuirà di quasi 2 milioni di lavoratori ogni anno", afferma Draghi.

Ecco come agire

E se con il vecchio continente che non potrà diventare più produttivo, saremo costretti a scegliere. Sì, perché l'ex governatore della Banca d'Italia avverte che noi saremo in grado di diventare, allo stesso tempo, leader nelle nuove tecnologie: "Un faro di responsabilità climatica e un attore indipendente sulla scena mondiale". Non saremo in grado di "finanziare il nostro modello sociale. Dovremo ridimensionare alcune, se non tutte, le nostre ambizioni. Questa è una sfida esistenziale".

Tre le aree di azione per rilanciare la crescita.

"Innanzitutto – e soprattutto – l’Europa deve riorientare profondamente i propri sforzi collettivi per colmare il divario innovativo con Stati Uniti e Cina, soprattutto nelle tecnologie avanzate". Il secondo ambito di azione "è un piano congiunto per la decarbonizzazione e la competitività". Mentre il terzo ambito d’azione "è aumentare la sicurezza e ridurre le dipendenze".

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