Eva Mendes: «Io rompiscatole? No, solo esigente»

«Scelgo i copioni con accuratezza. Non sono la rivale di Jennifer Lopez: a Hollywood c’è posto per tutti. Ho presentato io Will Smith a Muccino»

Lucio Giordano

da Capri

Piace molto ai bambini, Eva Mendes. La nuova star hollywoodiana, cubana d'origine, in questi giorni ospite del Capri Hollywood festival pranza e cena circondata dai figli dei suoi colleghi americani. E intanto fa su e giù per l'isola sempre con lo stesso stravagante cappottino a scacchi rossi e bordeaux, mano nella mano con George, il suo fidanzato produttore.
Piace ai bambini, la Mendes. Ma con quelle sue forme generose piace anche, e molto, ai grandi, questa copia ben riuscita di Jennifer Lopez che in effetti somiglia molto di più a Cindy Crawford, la top model ex signora Gere che insieme con il bel Richard inaugurò la separazione a mezzo stampa. Ma quando glielo fai notare, Eva risponde con un sorriso: «Complimenti del genere mi fanno piacere, non discuto. La Lopez è considerata una delle donne più belle al mondo. Ma io sono la Mendes e basta. E i paragoni non li amo».
Però è vero che ad Hollywood sta rubando spazio proprio a J. Lo.
«No, c'è posto per tutti. Però se mi guardo indietro devo dire che in questi ultimi anni ho fatto passi da gigante. Diversi. A me piace molto variare ruoli, personaggi. Affermarmi evitando di proporre sempre lo stereotipo della bella attrice latinoamericana».
Uno dei primi film in cui venne notata fu C'era una volta in Messico, di Robert Rodriguez, il regista di Desperado. Ha recitato in Fast & Furious e in Out of time con Denzel Washington, infine è esplosa al fianco di Will Smith in The Hitch, nel quale interpretava una giornalista.
«Esatto. The Hitch è il film a cui tengo di più in assoluto. Da allora con Smith ho stretto una forte amicizia. E, dopo aver visto L'ultimo bacio sono stata io a presentargli Gabriele Muccino con il quale sta lavorando al nuovo film».
Viene spesso in Italia? Conosce bene il nostro cinema?
«Non molto. Tempo fa sono stata a Roma. Però mi piacerebbe lavorarci, nel vostro Paese. Il vostro cinema? Lo conosco bene, da Antonioni a Fellini. Ed è un grande cinema».
Intanto però, dal Texas in cui è nata trentuno anni fa, si è trasferita a Los Angeles. Prossimamente la vedremo al fianco di Nicolas Cage e Peter Fonda in Ghost Rider, un film tratto da un fumetto della Marvel, pieno di effetti speciali.
«Vero. La cosa più bella è stata lavorare con Cage, un personaggio davvero singolare, stravagante. Mi dicevano fosse intrattabile. Invece è un grande attore da cui c'è tutto da imparare e che sa stare con i colleghi meno famosi senza far pesare la sua popolarità».
Anche lei sta diventando popolare: a Hollywood è in grande ascesa.
«Non so se sia realmente così. So però che sto molto attenta alle mie scelte artistiche. Preferisco dire spesso no a progetti che non mi convincono, piuttosto che accettare tanto per farlo. Adesso sto valutando alcuni film: uno, ad esempio, al fianco di Joaquin Phoenix, l'altro con Julian Moore. Però prima di prendere una decisione voglio essere sicura che sia la cosa giusta».
Si farà consigliare dal suo fidanzato-produttore...
«Ne parliamo. Ma poi sono io e solo io a scegliere. Un po' come capitava anni fa quando lavoravo nel mondo della moda. In quegli anni passavo per la modella più esigente, un po’ rompiscatole».
È così anche nel cinema?
«Rompiscatole, intende? Diciamo che sono molto esigente nella scelta dei copioni».


E con la sua bellezza si fa perdonare molto. Ha intenzione di metter su famiglia, signora Mendes?
«Certo. Le mie origini latinoamericane mi spingono verso i figli. Però non subito. Prima voglio pensare al lavoro, poi penserò alla prole».

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