FANNULLONI IN MOSTRA

Oggi si apre a Roma il Forum della pubblica amministrazione. E a me piacerebbe che qualcuno spiegasse a che serve un Forum della pubblica amministrazione. Le cifre sono imponenti: 14mila metri quadri di esposizione, 300 espositori, 80 convegni e 98 «lezioni di master diffuso». Non so cosa sia il «master diffuso», ma ho la vaga sensazione che sia piuttosto costoso. Particolare non irrilevante, dal momento che lo paghiamo noi.
La riforma dell'apparato pubblico è sicuramente uno dei punti chiave per il nuovo governo. Bisogna eliminare la burocrazie, cacciare i fannulloni e rendere le procedure più snelle. Sono alcune delle promesse che il nuovo ministro della Funzione Pubblica ha lanciato nelle numerose interviste cui si è dedicato subito dopo la nomina. Ha ragione. È la strada giusta. Ma adesso, leggendo che stamattina andrà a inaugurare il ciclopico Forum di Roma, ci permettiamo un piccolo suggerimento: cominci subito a tagliare le spese. È meglio che tagliare i nastri.
Leggiamo che alla fiera parteciperanno premi Nobel, grandi esperti, guru internazionali e persino l'ideatore del «pensiero laterale» nonché «leader del pensiero creativo e costruttivo». Perbacco: Pico della Mirandola gli fa un baffo a questo qui. Poi ci sono convegni dal titolo altisonante: «Governance, dal federalismo alla gestione di politiche e processi complessi», «Pa come regolatore e come driver di sviluppo e competitività», «Accountability: comunicazione, processi decisionali partecipati», «Project Management», «Cantieri Urban» e «cluster sulla gestione dei patrimoni pubblici». Tutto importantissimo, probabilmente. Non mettiamo in dubbio. Se si capisse pure di che si tratta, poi, sarebbe perfetto.
Farsi capire non è un dettaglio di poco conto, trattandosi di amministrazioni per lo più a diretto contatto con i cittadini. E a questo proposito arriviamo al centro del problema: essendo a diretto contatto con i cittadini ogni giorno, c'è bisogno di un forum per far vedere quello che gli enti pubblici sanno fare? Che senso ha farsi belli una volta l'anno, nascondendosi dietro parole eleganti, accountability, cluster e project management, quando poi per fornire un ordinario documento ci si perde in meandri che farebbero perdere la pazienza anche a un monaco zen?
Lo so, forse non è un pensiero laterale-creativo-e-costruttivo come quello del guru ospitato (a proposito: quanto costa? E chi paga?). È un pensiero semplice semplice: ma siamo convinti che l'attesa riforma della pubblica amministrazione potrebbe cominciare anche da qui: abolendo costosi forum e parate varie. Per mostrare quello che fanno, in fondo, le amministrazioni pubbliche non hanno bisogno di spazi in Fiera, parole in inglese e convegni che «si articolano su cinque percorsi/sfide diventando luogo di scambio di formazione, aggiornamento e di innovazione che faccia sistema per una rete di soggetti attivi», come recita il programma ufficiale. Per mostrare quello che fanno, le amministrazioni pubbliche potrebbero semplicemente farlo. Non credete? Se ne accorgerebbero subito tutti.

Si eviterebbero lunghe attese per un timbro, tempi persi, pratiche smarrite, documenti sepolti sotto polvere giurassica, cittadini colpiti da labirintite burocratica. E, pensate un po', si risparmierebbe pure sugli stand.
Mario Giordano

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