Alcuni farmaci anti-diabete si sono rivelati dei validi alleati degli spermatozoi, favorendo la fertilità maschile. Si tratta del risultato di uno studio tutto italiano, che ha visto in prima linea un gruppo di ricercatori dell'università di Padova. Gli analoghi di Glp-1, impiegati fino ad oggi per contrastare obesità e diabete, riescono anche a favorire la mobilità degli spermatozoi.
Antidiabetici promotori della fertilità maschile
Secondo quanto riferito dagli studiosi, tutto è partito da una precedente ricerca di cui erano stati messi al corrente. Lo studio puntava l'attenzione sul fatto che i soggetti sottoposti a trattamenti farmaceutici per la perdita di peso riscontravano a lungo andare un miglioramento della qualità dello sperma. Ciò ha catturato l'attenzione del team dell'università di Padova, che ha voluto approfondire.
I farmaci in esame erano gli analoghi di Glp-1, usati per contrastare diabete e obesità, e capaci di portare a una riduzione del 10-15% del peso corporeo in un anno. "Gli spermatozoi presentano il recettore Glp-1, e quindi ci siamo chiesti se i farmaci potessero avere un'azione diretta sulla composizione della loro membrana cellulare. Abbiamo lavorato su spermatozoi di pazienti obesi, e una volta esposti agli analoghi di Glp-1 abbiamo osservato un'importante riduzione del colesterolo di membrana, che ha ripristinato la loro naturale motilità", ha spiegato a Repubblica il professor Carlo Foresta, presidente della Fondazione Foresta Ets e coordinatore dello studio.
Foresta è poi passato a spiegare che nel sesso maschile spesso la riduzione della fertilità è causata proprio a un peggioramento della mobilità spermatica. Nei soggetti obesi è l'aumento della temperatura a livello delle gonadi che causa una minor mobilità degli spermatozoi, portando a modifiche delle membrane cellulari. "Quello che abbiamo scoperto è che gli analoghi di Glp-1 sono in grado di invertire il fenomeno, e ripristinare la qualità dello sperma maschile", afferma il professore.
Le implicazioni future
Queste nuovi risultati della ricerca possono davvero fare la differenza, restituendo una speranza a quelle coppie in cerca di un figlio. Parlare di terapia mirata è ancora presto, ma di certo è stata individuata una strada da seguire ed esplorare.
"Per ora le nostre sono prove sperimentali, e serviranno ulteriori conferme da trial clinici randomizzati per poter dimostrare effettivamente l'efficacia degli analoghi di Glp-1 nel migliorare la fertilità maschile.
Interventi farmacologici innovativi come questi, ad ogni modo, possono rappresentano un'importante risorsa terapeutica, ma devono essere integrati con strategie preventive, educazione sanitaria e cambiamenti nello stile di vita. L'attenzione verso le complicanze dell'obesità, inclusa l'infertilità maschile, sottolinea l'importanza di un approccio multidisciplinare nella gestione di questa patologia", conclude il dottor Carlo Foresta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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