Tumore alla caviglia: come si manifesta e le cure

Il tumore alla caviglia, per la sua localizzazione, è una neoplasia ossea abbastanza rara: ecco come si forma, di cosa si tratta e quali sono le possibili cure

Tumore alla caviglia: come si manifesta e le cure

Una storia di cronaca resa nota nelle ultime ore ha messo in luce un raro tumore alla caviglia: diagnosticatogli in ritardo, l'unica soluzione è stata l'amputazione al piede. La storia di Marco Guaita, 34 anni, l'ha raccontata Repubblica con il calvario subìto dal giovane dopo una distorsione durante una partita di calcio. La prima diagnosi parlava di tendine lesionato, la pandemia da Covid ha rallentato le altre visite specialistiche fino ad arrivare, nell'estate 2021, al responso definitivo di tumore fibroso solitario.

Cosa succede alle ossa

Per spiegare la rara forma tumorale bisogna fare un piccolo passo indietro: l'articolazione della caviglia, oltre ai legamenti presenti, è composta da tibia, perone e calcagno, quindi delle ossa. Lesioni e distorsioni, specialmente per chi fa sport, sono all'ordine del giorno ma è molto più inconseuta una neoplasia in quelle zone del corpo. Ecco perché, in medicina, generalmente si fa riferimento al tumore osseo che può essere benigno o maligno: nel primo caso non si diffonde, non distrugge il tessuto delle ossa e soltanto raramente può essere mortale. Nel secondo caso, dopo un gonfiore iniziale, si manifesta con perdita di peso, senso di stanchezza e fratture causate dall’indebolimento osseo. Tra i sintomi più comuni, poi, il dolore iniziale riguarda con un senso di fastidio l’osso che ne viene interessato fino a diventare gradualmente una sofferenza persistente o intermittente che si manifesta anche quando ci si trova a riposo e durante le ore del sonno notturno.

Le tipologie più conosciute sono l'osteorarcoma, tumore che si sviluppa nel "tessuto osteoide dell’osso. Questo tumore si forma più spesso nel ginocchio e nel braccio", spiegano gli esperti; c'è poi il condrosarcoma che si origina nel tessuto cartilagineo, quindi nelle estremità delle ossa: si forma più facilmente tra le ossa iliache, nella coscia e nella spalla.

Cos'è il tumore fibroso solitario

Il giovane al quale è stato amputato il piede, secondo la diagnosi, soffriva di tumore fibroso solitario (Sft), neoplasia molto rara che "costituisce meno del 2% di tutti i sarcomi dei tessuti molli (STS) e presenta un’incidenza inferiore a 0.1/100mila persone/anno", spiegano gli esperti di Retesarcoma. Di solito, però, ha origine nella cavità toracica o addominale, ecco perché quel tumore alla caviglia costituisce davvero una rarità. Nella maggior parte dei casi la chirurgia è risolutiva e dà una speranza di vita di circa 10 anni tra il 50 e il 90% dei casi: se non presa in tempo, però, può aggravarsi fino ad arrivare allo stadio più avanzato in una percentuale che oscilla tra il 35% e il 45% dei casi.

Quali cure disponibili

Le possibilità terapeutiche riguardano la tipologia di tumore e la localizzazione ossea: quelli che si sviluppano sulla caviglia ma in generale nelle ossa possono essere asportati chirurgicamente rimuovendo l’osso interessato dal tumore e cercando di mantenere intatto l'osso sano. Solitamente è possibile evitare che l'arto venga amputato ma potrebbe essere necessario un altro intervento per ricostruirlo. Esiste poi la chemioterapia dove vengono somministrati farmaci ad hoc per uccidere le cellule cancerose: si può ricorrere alla radioterapia ad alta frequenza che può essere utilizzata assieme all'intervento chirurgico.

Altre due cure possibili sono la criochirurgia che usa l’azoto liquido che prima

congela e poi elimina le cellule con le metastasi e una terapia mirata dove intervengono soltanto i farmaci che possono interagire con una determinata molecola che sia responsabile della crescita del tumore, bloccandolo.

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