Un fascinoso soprano italiano conquista il Covent Garden

da Londra

Poco fumo ma molto fuoco sono i titoli che hanno accolto il debutto londinese di Anna Caterina Antonacci in Carmen esaltando il suo ricco timbro di mezzosoprano e il suo fascino zingaro in un ruolo improbabile per una cantante che in Inghilterra si era affermata con Händel e Rossini, applauditissima in Rodelinda e Ermione all’opera di Glyndebourne. Il successo del suo debutto al Covent Garden, sotto la direzione musicale di Antonio Pappano, sancisce la versatilità della cantante quarantaduenne emigrata a Parigi (troppi problemi con i teatri italiani, ha detto ai giornali inglesi), il cui carisma ne fa sempre di più una diva della lirica.
«Les amour de Carmen ne durent pas six mois», proclama in scena muovendosi con sinuosa disinvoltura, e cantando con nuova freschezza e travolgente vitalità arie famose come Habanera in una Carmen intensamente fisica e sexy, come piace oggi. Il nuovo allestimento per la regia di Francesca Zambello ne ha fatto una grand’opera popolare, affollata, che scivola nel musical: l’opera va popolarizzata, dice la regista che a Washington sta completando il Ring di Wagner e per Disneyland il musical Aladino. Una versione che sottolinea il realismo dell’opera, fermamente ambientata nella Spagna dell’epoca in cui Bizet la compose (1875), il coro quasi sempre in scena, i dialoghi parlati al posto dei recitativi cantati per ottenere una maggiore immediatezza, i primi due atti nella tradizione dell’opéra comique, belli e suggestivi i costumi di Tanya McCallin ma non la fredda scenografia stilizzata e postmoderna affollata di inutili animali. Non manca la processione della Vergine su baldacchino in una nuvola di candele prima della corrida nell’ultimo atto.
Escamillo (Ildebrando D’Arcangelo) giunge a cavallo e in groppa a un sauro nervoso canta incerto la sua aria del toreador, mentre si distingue supremo Jonas Kaufmann in Don José (ruolo qui rifiutato da Alagna... ), espressivo, le note quasi sussurrate, toccante nella canzone del fiore.

Famoso cantante di Lieder, Kaufmann è più interessato alla fedeltà drammatica che a far spettacolo, incoraggiato dalla bacchetta elettrizzante e poetica di Antonio Pappano: il magnifico duetto con Carmen fuori le mura della maestranza di Siviglia nell’ultimo atto, tocca infine la vetta tragica dell’opera, superbo Kauffmann, feroce, nobile e splendida l’Antonacci nella donna che non cede la sua libertà. Lunghi e calorosi gli applausi. Repliche fino all’8 gennaio.

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