Fecondazione con mutua a 50 anni La scelta del Veneto divide l’Italia

VeneziaLa giunta regionale del Veneto è amica delle mamme. Anche quelle che, alla soglia dei cinquant’anni, non lo sono ancora diventate ma contano di farlo con la fecondazione assistita. Grazie alla delibera firmata dall'assessore veneto alla Sanità, Luca Coletto, approvata all'unanimità, queste signore potranno tentare di coronare il sogno della maternità pagando semplicemente il ticket. Sì, insomma, mamme un po' agée ma sempre a carico della mutua.
La cosa ha suscitato reazioni opposte. Da un lato c'è chi, come il sottosegretario alla Salute Francesca Martini, parla di «scelta di grande civiltà e attenta a cogliere le aspettative di moltissime donne», dall’altro c’è invece lo schieramento degli scettici, come Antonino Pipitone, consigliere regionale di Italia dei Valori e medico, che sostiene che «queste sono esagerazioni che rischiano di disorientare le nostre famiglie».
Tutto perché, rispetto agli originali limiti d'età previsti dal testo originario della delibera sulla fecondazione assistita a carico del sistema sanitario nazionale, 43 anni per le future madri e 65 per i futuri padri, peraltro proposti dal gruppo tecnico di specialisti e medici, la giunta Zaia ha ritenuto opportuno piazzare una sorta di emendamento-Nannini ed elevare così il limite di età delle donne a 50 anni.
«Siamo ben consci che una valutazione meramente scientifica e rigidamente statistica porterebbe ad indicare un limite di età più basso - spiega Coletto - ma abbiamo ritenuto di dare un segno di civiltà alle coppie ed alle donne che si trovano in un'età ancora feconda seppur un po' avanzata». Ovviamente anche per queste aspiranti mamme resta limitato il numero di tentativi, tre o quattro a seconda della tecnica d'inseminazione utilizzata. Restano però le perplessità del gruppo dei medici che avrebbe dovuto fare da consulente alla giunta veneta. La dottoressa Federica Nenzi, dell'ospedale di Oderzo ha dichiarato al Corriere del Veneto che ricorrere a questo tipo di tecnica per una cinquantenne equivale a ingolfare le liste d'attesa e sprecare soldi «che vengono sottratti a pazienti trentenni». «Ringrazio anche chi ha opinioni diverse - replica Coletto - l'importante è che non si perda di vista lo spirito con il quale abbiamo deliberato, assegnando un rilievo particolare all'aspetto umano, psicologico e sociale ed alle aspirazioni profonde della coppia e della donna».

Spirito umano che, alla fine della fiera, farà risparmiare una decina di migliaia di euro alle signore a cui, grazie alla giunta Zaia, potranno sfidare la scienza e l'età pagando solo il ticket. Claudio Sinigaglia, vicepresidente della commissione Sanità del Consiglio Veneto, e Diego Bottacin (gruppo misto) hanno chiesto all’assessore di ritirare la delibera perché incoerente con le premesse scientifiche.

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