La festa dei Mondiali finisce in cella

Piero Pizzillo

È finita con due arresti per rissa (gli imputati se la sono cavata con una semplice ammenda di 200 euro ciascuno) e con un’ aggressione a un negoziante cinese, la grande festa di giovedì pomeriggio in piazza De Ferrari ma anche alla Commenda. Tamburi, trombe, fischietti, campanacci, bandiere sventolanti, striscioni, auto strombettanti, e tanta gente inneggiante per una vittoria conseguita su un campo di calcio, durante i Mondiali. Nulla a che vedere con i festeggiamenti nostrani del dopo derby tra le due squadre cittadine, con bagno nella fontana e «funerali» per i perdenti. Sia in centro città che nella zona di Caricamento, centinaia di «foresti», originari del Sudamerica, uomini, donne, bambini della comunità ecuadoriana a Genova, sono scesi in piazza per festeggiare la vittoria dell’Ecuador sul Costarica, agli ottavi dei mondiali di calcio. Tifosi vocianti che sono esplosi quando il loro Kaviedes ha segnato il terzo gol che ha consentito il passaggio della loro squadra agli ottavi, e addirittura il primo posto nel loro girone, davanti alla Germania. Un corteo di 700 persone in festa, formatosi in via Balbi, per poi dividersi in due tronconi, uno diretto a De Ferrari, l’altro alla Commenda. Tanta gioia, risate, canti, balli, e abbondanti libagioni, comunque nei limiti di una manifestazione civile. Alcuni però hanno alzato il gomito e in serata la festa è stata guastata da una rissa tra tifosi equadoregni ubriachi. La lite è stata sedata dagli agenti della Polfer che ne ha arrestati due, Danilo Lenin Camaho Truyllo, munito di regolare permesso di soggiorno e Alberto Luis Flores Mino, clandestino. I due sudamericani, processati ieri mattina per direttissima , hanno patteggiato e sono stati condannati dal giudice monocratico Cascini a pagare un’ammenda per rissa semplice di 200 euro ciascuno. I due imputati, difesi dagli avvocati Claudio Velasco e Francesco Di Mattei, hanno ammesso d’aver partecipato alla rissa, ma solo per difendersi, in quanto alcuni connazionali volevano prendere le scarpe nuove di uno di loro. Dopo il processo sono stati scarcerati. Il clandestino è stato portato all’ufficio stranieri della questura dove gli è stato notificato l’ordine di lasciare l’Italia entro 15 giorni.
Un episodio più grave si è verificato in via Prè.

Un gruppo di teppisti, approfittando della ressa, ha assaltato un negozio, aggredendo e malmenando il titolare, e rubando casse di birra. L ’uomo, un commerciante cinese di 30 anni, ha dicharato alla polizia di essere stato picchiato per essersi opposto all’irruzione di sudamericani, che non è in grado di riconoscere.

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