Festa del Mediterraneo arte e peccati di gola

Andrea Indini

Milano si tuffa nella cultura dei Paesi che si affacciano sul Mare nostrum. Immagini, suoni, cultura e costumi coloreranno oltre trenta appuntamenti e spettacoli con musicisti, ballerini, artisti e scrittori.
È partita. Fino a martedì prossimo si terrà la Settimana mediterranea, un evento organizzato dalla Camera di commercio in occasione della terza conferenza annuale del Laboratorio euro-mediterraneo. Mentre sul palcoscenico dell’Ottagono si susseguono eventi e spettacoli interpretati da artisti provenienti dal Medio Oriente, dal nord Africa e dall’Europa per raccontare di paesi, porti e pensieri all’insegna degli scambi e delle contaminazioni culturali. Ma non solo. Si aggiungono due mostre, una fotografica e una delle opere dell’algerino Lazhar Hakkar, a Palazzo Giureconsulti e, in diversi locali, anche cucina tipica da degustare. «Milano è da sempre una città aperta e internazionale - commenta Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio - ed è il nodo tra Europa e Mediterraneo. Anche quest’anno abbiamo montato un tavolo ampio e internazionale, per condividere strumenti di sviluppo diffuso, convinti come siamo che proprio sul Mediterraneo si giocano le grandi contraddizioni, economiche e sociali, del nostro tempo».
Una settimana senza precedenti: concerti di musica gnawa rievocheranno le notti d’Oriente e accompagneranno i piatti tipici della cucina marocchina; alcuni studi per flauto esploreranno le celebri canzoni in lingua yiddish e la trascinante musica klezmer di sapore balcanico; brani di folklore libanese e siriano si uniranno a sonorità tipiche dell’Andalusia. Alla letteratura è dedicata la rassegna Voci del Mare Bianco, a cura di Archivi del Novecento, con la presentazione del lavoro delle piccole case editrici italiane impegnate nella diffusione della cultura dei Paesi del Mediterraneo (o, appunto, «mar bianco», come è chiamato nei Paesi arabi).

In piazza dei Mercanti è partita l’Algerian week «per far scoprire una ricchezza storica e naturalistica», conclude Sangalli. «Vogliamo far conoscere i nostri prodotti - spiega Galem Hacene, presidente della Camera dell’artigianato di Jisel - in modo da infittire i rapporti del nostro Paese con l’Italia».

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