Sembra essere ormai definito il quadro che regolerà i rapporti tra il Comune di Sanremo e la Rai per le prossime edizioni del Festival. La convenzione, dopo una lunga e delicata serie di incontri, è alla svolta finale. La pratica, che è già stata vista dalla giunta e dalla commissione, sarà esaminata lunedì prossimo in consiglio comunale. Al Comune dovrebbero andare 6 milioni di euro netti per ogni edizione contro i 3 che inizialmente la Rai sembrava intenzionata a dare. Netti nel senso che da oggi le spese di ospitalità e di affitto della struttura del teatro Ariston saranno direttamente a carico della televisione di Stato. Nella convenzione si prevedono anche alcuni spot promozionali di Sanremo vista ormai la difficoltà, se non limpossibilità, di inserire i fiori sul palco del Festival dove continuerebbero ad essere pubblicizzati attraverso i bouquet consegnati agli ospiti.
Novità anche per la quota di giovani che accederanno alla kermesse provenendo da Sanremo Lab, il concorso che permette dopo una serie di selezioni lingresso diretto nella categoria Giovani. La quota salirà dal 25% al 30% dei partecipanti complessivi. Quindi dal concorso sanremese arriveranno sul palco più importante della musica italiana dai 3 ai 4 cantanti o gruppi, a seconda del totale di quelledizione. Infine, ma non è un dettaglio, non è stata riconosciuta lesclusività del teatro Ariston come sede del Festival che quindi, in futuro, potrebbe essere organizzato in altro luogo come già accaduto una volta al Mercato dei Fiori di Valle Armea. Laccordo prevede anche due dirette lanno con lOscar Tv di Daniele Piombi e la sfilata dei Carri Fioriti trasmessa allinterno di «Linea Verde».
Intanto nel consiglio comunale di mercoledì sera è andata in scena la classica storia di Davide e Golia, con il grande Comune di Sanremo che si vede bloccata la revisione del piano di dimensionamento della rete scolastica da un perentorio no del piccolo Ospedaletti. Al parere del Comune confinante, con cui sono in atto interscambi scolastici, era infatti vincolata la modifica della ridistribuzione dei vari istituti nei nuovi quattro comprensivi che nasceranno.
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