L'analisi della scrittura non può né accusare né provare l'innocenza di nessuno. Le firme così varie di Michael Jackson denunciano una personalità difficile da imbrigliare in giudizi stereotipati.
Ciò che la firma (vedi firma 1) può dire è il notevole senso estetico che questo personaggio eccezionale portava dentro di sé a compensazione di frustrazioni subite. E' proprio questo senso estetico a dare un'impronta personale narcisistica alla sua personalità. Le lettere iniziali maiuscole così abbondanti nell'occupare lo spazio grafico e così diverse dalla scrittura mettono in evidenza una paternità mancata che ha provocato in lui una sfida che egli ha portato avanti nella sua vita professionale con tenacia e volontà.
La firma del 2004 (vedi firma 2) denota una dicotomia tra un carattere introverso, chiuso e fondamentalmente timido e dall'altro lato una voglia di sfondare e di essere presente nella società come attore e non come spettatore.
Se la firma rappresenta l'Io sociale, individuando in questa un Io ipertrofico che ha cercato la compensazione attraverso stravaganze, ma anche attraverso una musicalità unica, la scrittura (vedi scrittura 3), che studia l'anima della persona, mette in evidenza un soggetto bisognoso di spazi per investire la propria energia vitale. Si tratta di una personalità emotiva, analitica, tenace, ma che a volte presentava cali del tono umorale con conseguente necessità di recuperi salutari.
La chiarezza grafica e una sostanziale fluidità del gesto depongono per un Io spontaneo e immediato, senza grandi meccanismi di difesa per cui il suo essere spesso "fuori dalle regole" prestava certamente il fianco ad attacchi non sempre del tutto legittimi.
Nonostante tutto ritengo che Michael Jackson abbia lasciato una traccia di sé che difficilmente verrà cancellata dal tempo.
Dr.ssa Evi Crotti
Psicopedagogista e scrittrice, esperta di grafologia
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