Fissato il prezzo di San Siro: a Inter e Milan costa 14 milioni

Il Comune dovrebbe decidere la cessione in un consiglio straordinario il 22 maggio

Claudio De Carli

È stata rinviata alla seduta di giunta di venerdì 12 maggio la delibera per la cessione dei diritti di superficie per 99 anni dello stadio di San Siro a Inter e Milan. La decisione è stata presa di concerto con il vicesindaco Riccardo De Corato che ha giustificato il rinvio della delibera con la necessità di approfondire ulteriormente l’operazione e analizzare altro materiale informativo. Una copia della delibera è stata consegnata a ogni assessore che ora ha una settimana di tempo per comprenderne cifre e contenuti. L’idea che nessuno fosse al corrente dei particolari prende peso, una realtà che fa a pugni con la delicatezza della questione: tempi stretti per mettere in sicurezza lo stadio, possibile conflitto di interessi con l’eventuale nomina a sindaco di Letizia Moratti.
Il provvedimento della giunta era atteso in giornata per poterlo far passare in consiglio comunale il 15 maggio, ultima data utile prima della fine del mandato Albertini. «I tempi sono molto stretti - ha dichiarato De Corato -. C’è la necessità di fare interventi per ottemperare al decreto Pisanu, organizzarci per gli europei di calcio del 2012 e una eventuale finale di Champions league per il 2008 o 2009. Si tratta di aprire cantieri per almeno due o tre anni, è un’operazione complessa». In realtà è una questione di cifre: 68 milioni la stima del valore di San Siro fatta dall’Agenzia del territorio, 34 milioni le opere urgenti dettate dal decreto Pisanu, 20 milioni il calcolo dei diritti che il Comune continuerebbe ad esercitare sullo stadio, equivalenti a cinque giornate all’anno. In sostanza sarebbero 14 i milioni che finirebbero subito in contanti nelle casse del Comune, con Inter e Milan che rileverebbero così gli oneri per la messa in sicurezza di San Siro. Una cifra che in Comune vorrebbero valutare con attenzione. Ma c’è la volontà assoluta di chiudere in fretta. Lo conferma il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Manfredi Palmeri: «La concessione del diritto di superficie è la soluzione migliore. Le obiezioni mi sembrano siano state fatte sui tempi più che sui contenuti. Chi obietta sui contenuti deve darci delle alternative e deve farsi carico di una situazione che finirà per pesare sullo sviluppo di San Siro, delle società, del Comune e dello sport milanese».
Nella peggiore delle ipotesi De Corato si augura un consiglio straordinario da fissare per il 22 maggio. «Da parte nostra - ha precisato -, chiederemo al presidente del Consiglio comunale di inserire la cessione dello stadio nell’ordine del giorno della seduta, sperando che l’operazione possa concludersi prima della fine del nostro mandato».
La maggioranza teme l’ostruzionismo dell’opposizione in consiglio che attraverso una serie di emendamenti potrebbe far slittare i tempi dell’approvazione della delibera, alleandosi curiosamente con la Lega: «San Siro è una scelta importante - ha detto il suo capogruppo Matteo Salvini -, che deve essere presa dalla prossima amministrazione».
I due club non negano la soddisfazione per aver praticamente chiuso una trattativa che da ben due anni sta tenendo banco: «L’ipotesi ci sta bene - ha dichiarato Pierfrancesco Barletta, consigliere del Consorzio San Siro in quota Inter -.

È stata trovata la sintesi migliore fra gli interessi di Inter e Milan e quanto stava a cuore al Comune per poter portare avanti un interesse pubblico. Per noi sarà importante soprattutto non avere più vincoli burocratici, quindi la possibilità di poter snellire i tempi per la messa in sicurezza dello stadio e la realizzazione delle ulteriori opere».

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