Milano - Ieri è stata una domenica buia per il motociclismo. Una di quelle che non ti scordi più. Il destino bussa alla porta di un box, di una casa, e chiede vestito da morte il corpo di un ragazzo di 24 anni, soprannominato "Sic". Già, solo il corpo, perché il sorriso e l'allegria di Simoncelli la morte non li ha portati via. Ora però non tutti accettano che sia stato il destino a spezzare la vita di Sic. Come sempre ci vuole un colpevole. Costi quel che costi. Anche un incolpevole da far diventare colpevole. E chi se non uno dei due piloti che hanno urtato il corpo di Simoncelli?
Magari quello più famoso dei due. Perché no, magari solo perché mi sta antipatico. Magari perché ho sempre tifato per Max Biaggi quando duellava con lui. Sì Valentino, proprio lui. Un altro giovane dallo spirito sportivo fuori dalla norma, perché non ho mai sopportato che sia così vincente e così ammirato dai suoi fans. Adesso lo faccio diventare un assassino. Sì, tanto sul web si può fare tutto. Ed ecco che metto sotto una foto di Valentino una scritta infamante che dice: "Stai attento. Sono uno pericoloso. Ho già ucciso, sai?". Ed ecco fatto la carico su Facebook e la mando in giro sulla rete. Così lo infamo un pò sto' Dottor Rossi.
Così adesso per la rete Valentino potrebbe essere la causa della morte di Sic. Per fortuna le immagini che tutto il mondo ha visto dicono esattamente il contrario. L'urto era inevitabile, come lo era anche con la moto di Colin Edwards. Non sempre la morte in pista dà spiegazioni accettabili. E' così per la Formula 1, e lo è anche per la MotoGp. A tutti i costi bisognava cercare un colpevole per la morte di Ayrton Senna. Ora per quella di Sic. L'unico giudice di gara nel mondo delle corse è la fatalità.
Nessuno può farci niente. Nessuno. L'infamia su Valentino è l'ultima pagina di un mondo che spesso cerca un ritrovo per dare sfogo alla propria stupidità. Proprio Rossi che sconvolto com'era non ha parlato per tutto il giorno, piangendo l'amico nel suo box. E quando ha parlato ha commentato la morte di Sic così: "Per me era come un fratello minore, tanto duro in pista come dolce nella vita. Ancora non posso crederci, mi mancherà un sacco".
Parole semplici, da amico e compagno di pista, non da assassino come qualcuno lo vuole. Qui l'unico assassino è chi ha avuto l'idea di fare quel fotomontaggio su Facebook. Perché l'autore della "bravata" ha ucciso la sua stessa intelligenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.