Forza Italia esulta, primo partito nel Lazio

È finita con un 3-2 per il centrosinistra e sei verdetti rinviati al ballottaggio dei prossimi 10 e 11 giugno la sfida elettorale negli undici comuni del Lazio con più di 15mila abitanti. Ma un’analisi meno superficiale induce al sorriso più la Casa delle Libertà che l’Unione. Come si evince dalla tabella pubblicata a destra, vanno all’Unione al primo turno infatti Frosinone (un risultato peraltro atteso), Sezze e Ceccano, mentre il centrodestra si aggiudica Rieti e soprattutto Civitavecchia, per quello che è il risultato più clamoroso per la storia e l’importanza della città. Nei sei comuni nei quali il verdetto è rinviato, Sabaudia andrà comunque al centrodestra, perché i due sfidanti sono entrambi della Cdl, mentre quest’ultima appare a un passo dalla vittoria a Latina e Ardea. Incerta la situazione a Gaeta e Tarquinia, mentre a Ladispoli il ballottaggio è praticamente certo anche se in due delle 26 sezioni non si è riusciti a ultimare lo scrutinio. Insomma, non ci sarebbe da sorprendersi se l’11 giugno il 3-2 per il centrosinistra dovesse diventare un 7-4 per il centrodestra.
Motivo per cui Francesco Giro, coordinatore di Forza Italia nel Lazio, pur avendo rinunciato ai toni entusiastici di lunedì sera, si dice decisamente soddisfatto del voto amministrativo, anche se «dobbiamo anche apprendere, una volta per tutte, la lezione bipolare che ci giunge dai nostri elettori, abituati a votare per un largo schieramento politico di centro e centrodestra. Ogni eccezione a questa regola, quasi un’abitudine, produce delle difficoltà assolutamente evitabili. Forza Italia si conferma primo partito in assoluto sia a Rieti che a Latina e primo partito della Cdl a Frosinone. Un primato, nei tre capoluoghi di provincia, che offre la misura della nostra buona tenuta e stabilità nel Lazio dove ormai siamo prima forza politica».
C’è invece malumore in Alleanza Nazionale. Parla addirittura di «Caporetto nel Lazio» Fabio Sabbatani Schiuma, presidente del gruppo Indipendente-Misto al Comune di Roma, secondo il quale «si sommano le tessere ma si perde una valanga di voti, a furia di epurazioni ed espulsioni». Schiuma ha una spiegazione per il calo di An: «Il presuntuoso rifiuto di utilizzare una risorsa come Francesco Storace - commenta- lo paghiamo duramente. Nonostante gli sforzi e i comizi di Gianfranco Fini negli ultimissimi giorni di campagna elettorale, regaliamo Frosinone alla sinistra per una scelta sciagurata e a Latina, incredibile, il centrodestra, si deve sobbarcare la fatica del ballottaggio mentre a Rieti onore al merito a Peppe Emili che deve però ringraziare gli alleati». Soddisfatto infine l’Udc.

«Complessivamente l’Udc cresce rispetto alle precedenti amministrative, e in molti comuni anche rispetto alle politiche - dice il deputato dell’Udc e segretario regionale Luciano Ciocchetti - ma si poteva far meglio se non ci fosse stata la dispersione di tantissimi voti in una miriade di liste che si sono rifatte, o tramite simbolo o nome, alla Democrazia cristiana».

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