Milano - Cordoglio da parte di tutte le istituzioni per i militari morti nell'attentato in Afghanistan, a partire dal premier, Silvio Berlusconi, che ha detto: "Ho appreso con dolore la notizia del tragico agguato ai nostri ragazzi impegnati a riportare la pace in Afghanistan. Attendo con trepidazione notizie sull’altro nostro militare ferito Siamo grati a tutti i soldati italiani che, nelle diverse missioni in tante parti del mondo, consentono al nostro paese di mantenere i suoi impegni internazionali a favore della pace e contro ogni forma di terrorismo". Al premier fa eco il presidente del Senato, Renato Schifani, che "esprime, anche a nome dell’Assemblea di Palazzo Madama, il suo più profondo dolore e cordoglio ai familiari dei caduti. L’Italia onora il sacrificio di questi nostri soldati coraggiosi l’ennesimo pesante tributo di sangue che il nostro Paese paga in quelle terre lontane in una missione che difende la democrazia e la pace nel mondo".
Bersani chiede di riflettere sulla strategia Dal canto suo, il segretario del Pd, Pierlugi Bersani, pur esprimendo "cordoglio alle vittime e solidarietà alle loro famiglie", chiede che l'attentato diventi un momento di riflessione per il governo italiano e gli alleati sulle prospettive e la strategia da tenere sul campo. "È una cosa drammatica - ha detto Bersani poco prima dell’inizio dei lavori dell’Assemblea nazionale del Pd - ed è ora che l’Italia puntualizzi la strategia, così come si era detto, per vedere le prospettive reali La situazione sul campo è difficile le prospettive incerte. Essendo chiaro che non si agisce fuori dal contesto delle nostre alleanze, dobbiamo riflettere insieme su cosa vuol dire realmente questa famosa nuova fase". A chiedere il ritiro, anche Idv, Verdi e Sel.
"E' nostro dovere respingere i terroristi, ma acceleriamo la transizione" A Bersani replica il ministro degli Esteri Franco Frattini, che sottolinea: "L'attentato contro i militari italiani è un altro esempio dell’altissimo costo umano che siamo costretti a pagare per una missione fondamentale per la nostra sicurezza nazionale". Frattini ha poi assicurato: "Siamo assolutamente impegnati affinché a partire dal prossimo vertice della Nato a Lisbona, a novembre, si possa definire la nuova fase di transizione della strategia internazionale in Afghanistan e venga accelerata, provincia per provincia, l’assunzione delle responsabilità di sicurezza e controllo del territorio da parte dalle forze afgane alla cui formazione l’Italia ha dato un contributo eccezionale e unanimemente riconosciuto, e di cui siamo fieri".
Nessun ritiro prima del 2011 Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, inoltre, "la critica è legittima l’importante è che sia fondata e non pretestuosa e strumentale. Quando sento parlare di ritiro in occasione di un evento luttuoso, più che critica mi viene in mente uno sciacallaggio". "È necessario - ha aggiunto poi il ministro - che l’addestramento delle forze afgane prosegua con la massima celerità possibile per poter rispettare le date e fare in modo che il ritiro dei nostri soldati nel 2011 diventi una realtà".
Per Fini bisogna ribadire l'impegno Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, crede che "la risposta migliore sia
ribadire l’impegno di agire nella comunità internazionale perché il sacrificio non sia vano e perché il martoriato popolo afghano possa avere un giorno, di nuovo, e per la prima volta, una prospettiva di pace e di serenità".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.