Piero Pizzillo
Rocambolesca fuga di un giovane pregiudicato dal tribunale, subito dopo essere stato processato per direttissima e condannato a 4 mesi e 20 giorni di prigione, essendo evaso dagli arresti domiciliari. Salvatore Porrovecchio, 26 anni, ha ascoltato senza batter ciglio il verdetto pronunciato dal giudice Annalisa Giacalone e si è lasciato ammanettare docilmente dai due carabinieri che avevano il compito di accompagnarlo nel luogo dove avrebbe dovuto scontare la pena, tenendo tra le mani il documento che avrebbe doveva consegnare allufficio matricola del carcere. Però, essendo ormai «abituato» alla «custodia cautelare in casa» ovviamente meno afflittiva di quella carceraria, proprio in quellistante ha realizzato che questa volta sarebbe stata più dura per lui, ed era quindi il caso di giocarsi lultima carta. Infatti, dopo avere attraversato latrio e aver sceso scalinata, sempre sotto la scorta dei due angeli custodi, giunto alluscita di palazzo di giustizia, ha simulato un malore. É stramazzato al suolo, dicendo di star male. Quindi, con una mossa fulminea, è riuscito a sottrarsi ai militari che ne stavano verificando le condizioni di salute, scappando a gambe levate verso via XX Settembre. Fine del primo atto.
A questo punto è scattata unaltrettanto rocambolesca caccia al fuggitivo. Uno dei carabinieri lo ha rincorso sperando di «placcarlo». Ma in men che non si dica Porrovecchio ha fatto perdere le tracce. Laltro militare è salito su un motorino per contribuire più efficacemente alle ricerche, alle quali hanno partecipato anche i vigili urbani. Nel trambusto si ode una voce: «è scappato in via San Vincenzo», dove giungono anche le volanti, con sirene e lampeggianti in funzione. Porrovecchio è ormai in trappola, viene stanato da un locale dove si era nascosto, sperando magari di poter raggiungere, una volta allentata la rincorsa degli inseguitori, labitazione della ex convivente di 23 anni, per rifugiarsi tra le sue braccia. Fine del secondo atto, con ulteriori guai giudiziari per il giovane, specialista in evasioni (tre in pochi giorni).
Porrovecchio, siciliano dorigine, residente a Prà, era finito in carcere per rapina aggravata. Dopo aver trascorso cinque mesi in carcere, l11 giugno il giudice Silvia Carpanini gli concedeva gli arresti domiciliari in casa dei genitori, «avendo il detenuto dimostrato di volere affrontare concretamente il problema della tossicodipendenza e avendo la possibilità di svolgere un regolare lavoro». Salvatore con i genitori non voleva però convivere a causa dei continui litigi della coppia. L8 settembre viene arrestato per evasione. Vi era stata una lite tra i genitori, lui aveva a preso le difese della madre, ma ciò aveva innervosito ancora di più il padre che si era rivolto anche contro di lui. A quel punto si è allontanato, andando nellalloggio della donna, ovviamente senza far sapere nulla ai carabinieri. Il 9 settembre il giudice Giuseppe Dagnino, presente il difensore, avvocato Sara Pinton, convalidava larresto nel contempo ordinando il ritorno del giovane in casa dei genitori, per proseguire la detenzione domiciliare. Salvatore non ha voluto saperne, martedi è uscito forse per andare di nuovo dalla donna, ma è stato ripreso e portato in prima in guardina e ieri mattina in tribunale, per un altro processo per direttissima, dove come abbiamo visto è stato condannato a 4 mesi e 20 giorni.
Qualche mese fa un altro condannato, un giovane extracomunitario era fuggito dal tribunale a piedi nudi, ma acnhe lui era stato subito ripreso.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.