Funerali di Massari taxi tutti fermi

Lutto cittadino e servizio sospeso per due ore nel giorno dell’ultimo saluto all’autista massacrato. Chiesa gremita e 200 auto bianche a Locate. Il padre: "Inutile parlare, adesso per me è finito tutto"

Funerali di Massari 
taxi tutti fermi

Hanno sospeso il servizio per due ore pur di esserci, di partecipare. E anche se la maggior parte delle loro 200 auto bianche ha dovuto trovar posto fuori dal paese, oltre il sottopasso ferroviario, a un chilometro dalla «meta», non si sono spazientiti. Silenziosamente, con l’ombrello in mano e sotto una pioggia insidiosa e incessante, i tassisti milanesi hanno raggiunto a piedi piazza della Vittoria, a Locate Triulzi per dare l’ultimo saluto a Luca Massari. La maggior parte di loro non è riuscita a entrare nella chiesa di San Vittore martire, dove si sono assiepate oltre 400 persone per assistere alla cerimonia funebre, capitolo finale su questa terra del tassista 45enne ucciso da tre giovani che, lo scorso 10 ottobre, l’hanno pestato senza pietà a Milano in largo Caccia Dominioni, facendolo finire in coma per 31 giorni, dopo che lui aveva involontariamente investito e ucciso un cane lasciato senza guinzaglio.
Il feretro ricoperto di rose bianche, rosse e arancio è arrivato puntuale, alle 15, nel piazzale antistante la chiesa. La gente lo ha salutato con un lungo, commosso applauso che sembrava non finire mai. «Ancora non ci credo che possa essere morto a questo modo» è il leit motiv percepito tra la folla della gente sul sagrato (almeno altre 600 anime: dal paese dove abitava Luca è arrivata addirittura una corriera di gente) che in piedi, si appresta ad assistere al rito funebre seguendo faticosamente le parole di don Domenico De Bernardi, attraverso degli autoparlanti. «Non lo conoscevo, ma volevo esserci» dichiarano in molti senza cercare di contenere la commozione.
«Quello che è avvenuto è certamente un dramma della follia, ma probabilmente è necessario che la società si interroghi sull’aggressività di troppe persone e la generale ricadute dei freni inibitori» - ha dichiarato prima di entrare in chiesa Severino Preli che ieri ha imposto il lutto cittadino e la chiusura di tutte le attività commerciali almeno per tutta la durata della cerimonia funebre -. Luca Massari era nato e cresciuto a Locate Triulzi».
Arrivano le autorità, senza clamore, molto rispettosamente, qualsiasi dichiarazione sarebbe inopportuna, forse risulterebbe addirittura stucchevole. Davanti al signor Giancarlo Massari, padre di Luca, a mamma Franca e al fratello maggiore Marco, allo zio Carlo e alla fidanzata Patrizia (inconsolabile per tutta la cerimonia e, alla fine, accompagnata fuori a braccia) ci sono Romano la Russa, assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei, l’assessore del Comune di Milano all’Arredo Urbano Maurizio Cadeo, il presidente del consiglio generale Davide Boni, l’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Cattaneo e il vincitore delle primarie Giuliano Pisapia
«Luca amava incontrare le persone una cosa bella e preziosa, un momento di saluto e preghiera per Luca e tutti noi - ha esordito all’inizio della messa, don Domenico -. Non tocca a me alcun giudizio, ma certamente sento nel profondo del cuore di esortare tutti a recuperare una schietta e decisa volontà di umanità».


L’applauso accompagna il coro «Luca!Luca!» all’uscita del feretro dalla chiesa. La salma verrà cremata nel cimitero di Lambrate e poi tumulata nella tomba di famiglia a Locate. Il padre di Luca sorride mesto e abbraccia tutti. «Non c’è niente da dire. È finito tutto» sussurra scuotendo la testa.

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