È ufficiale. La 7 non assume Michele Santoro, neo disoccupato di lusso. E adesso come la mettiamo? Vuoi vedere che nell’annosa e nota disputa i cattivi non erano la Rai e Berlusconi, bensì il conduttore, fazioso capopopolo, che pretendeva di fare gli affari suoi con i soldi degli altri? Un vizietto al quale evidentemente Santoro non vuole rinunciare. Solo che a differenza di quanto accade in una azienda pubblica dove un giudice ha potuto imporre Annozero per sentenza, nelle imprese private è il proprietario a mettere regole e paletti. Ciò non si chiama censura ma libertà di impresa. Il Michele nazionale voleva fare lo sbruffone anche nella tv targata Telecom? Lo hanno accompagnato alla porta.
Ora lui accusa il suo mancato editoredi aver ceduto a pressioni berlusconiane. Dice: non ho le prove ma è così. Frase in linea con il santorismo, cioè spacciare suoi teoremi per verità. Evidentemente Santoro intende che Mentana, Gad Lerner, la Gruber e Telese sono servi di Telecom. La seconda notizia è che Lucia Annunziata ha lasciato Rai Tre. Di fatto era stata accantonata dal capo della rete, quel Paolo Ruffini che inneggia alla libertà di espressione (contro il governo) ma non ha perdonato alla giornalista di aver detto che Rai Tre è un covo di mafie.
Prova che critiche e fango hanno cittadinanza solo se rivolte al berlusconismo e a Minzolini. Altrimenti scatta l’editto che in confronto Berlusconi è un dilettante.
In compenso la Corte di Cassazione ha riabilitato il collega Renato Farina. La sentenza di radiazione che gli ha inflitto l’Ordine dei giornalisti era illegittima. L’arroganza dei tribunali politici è stata punita, uno spicchio di verità e libertà recuperato. Non è poco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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