G8, il processo continua

Le due bombe molotov comparse misteriosamente e improvvisamente tra le «armi» sequestrate ai no global durante l’irruzione alla Diaz (ultimo giorno del G8), adesso al centro del processo a carico di 29 poliziotti accusati d’aver falsificato le prove contro i «pacifisti», le famose bottiglie «contumaci» nell’ultima udienza, e affannosamente ricercate nei giorni scorsi, non sono state trovate, perchè distrutte nel 2001. Lo ha comunicato alla procura il questore Salvatore Presenti, che ha anche trasmesso una relazione dell’ispettore Melis del nucleo artificieri, in cui si dice che le due bottiglie, consegnate dalla Digos, furono sottoposte a accertamenti tecnici dalla «Scientifica», poi custodite in magazzino e ai primi di settembre erroneamente distrutte, assieme a altro materiale infiammabile per cui vi era l’autorizzazione della magistratura.

Il tribunale, presieduto da Gabrio Barone, ne ha preso atto e ha rinviato l’udienza al 31 gennaio, per interrogare i due testi, Valerio Donnini e Maurizio Piccolotti, già convocati per essere sentiti sulle bombe, di cui sono rimaste le foto.
Frattanto il giudice Lucia Vignale ha archiviato la posizione del magistrato Alfonso Sabella, indagato per abuso d’ufficio e d’autorità nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte violenze nella caserma di Bolzaneto.

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