Galleria Campari, nasce a Sesto il Museo dell'Aperitivo

Nello storico ex stabilimento di viale Gramsci inaugurata la Galleria d'arte Campari. Mostre permanenti di spot tv, manifesti, stampe e opere di grafica pubblicitaria sull'aperitivo rosso. E anche un'esposizione di lavori di Ferdinando Depero. Aperta al pubblico dal 23/3

PIÙ ANTICO DELL'ITALIA. Ha 150 anni e non li dimostra, l'aperitivo più scarlatto d'Italia. È così anziano che ancora ricorda i vari Regni prima dell'Unità. 1860, la data di nascita del Campari, il bitter più famoso del mondo che venne ideato nel Caffè dell'Amicizia di Novara. 1861, la data di nascita del Regno d'Italia. E per celebrare quello che è a tutti gli effetti il re degli aperitivi, il Gruppo Campari ha deciso di regalare a Sesto San Giovanni, che per un secolo ha ospitato lo stabilimento del bitter, la Galleria Campari.
IL MUSEO DELL'APERITIVO. D'altronde da sempre Campari accompagna i momenti di svago degli italiani. Prima delle pubblicità seducenti, delle modelle e dell'atmosfera chic degli spot, sono tante le generazioni che sono cresciute a briscola e Campari-col-bianco nei bar di tutta la Penisola. Ma l'anima popolare dell'aperitivo, in questo caso si lega geneticamente all'arte. Dalla Biennale di Venezia del 1926, con l'esposizione dei manifesti futuristi realizzati da Ferdinando Depero per il commendator Campari, fino all'esposizione del 1964 al Moma di New York dei manifesti del centenario realizzati da Bruno Munari, da sempre Campari strizza l'occhio al design e alla creatività. La Galleria inaugurata oggi in viale Gramsci, presso la storica sede Campari di Sesto San Giovanni (recentemente ristrutturata dall'architetto Mario Botta), ne è semplicemente l'istituzionalizzazione. E diventerà presto «parte fondamentale del distretto dei musei d'impresa del Milanese», come ricordato dal sindaco di Sesto Giorgio Oldrini: «Questo spazio ospiterà in futuro altre mostre di arte contemporanea e artisti emergenti e abbiamo ottenuto che possa rientrare nei percorsi culturali di Expo 2015».
TRA MITO E OPERA D'ARTE. La Galleria, che sarà aperta al pubblico ogni martedì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 19 a partire dal 23 marzo, troverà spazio un percorso interattivo e multimediale che ripercorrerà la storia artistica della promozione commerciale dell'aperitivo rosso. 15 videowall con una selezione di 71 Caroselli e spot tv, un'enorme parete di 32 metri che presenta grafiche pubblicitarie d'autore (tra cui Marangolo e Guido Crepax), immagini dei calendari Campari, filmati girati da Fellini, la campagna realizzata da Ugo Nespolo per i Mondiali 1990, un'intervista di Lella Costa a Bruno Munari, le migliori stampe degli anni Venti e un reportage fotografico sulla produzione del Campari e sul nuovo stabilimento di Novi Ligure.
SODA E FUTURISMO. Oltre a questa sezione permanente, fino al 18 giugno sarà visitabile anche un'altro padiglione della mostra, dedicato a Ferdinando Depero, l'artista di Rovereto che più di tutti contribuì negli anni Venti e Trenta a conferire al Campari l'immagine originale di cui gode ancora oggi.

Dal pupazzo storico che beve a garganella una bottiglietta di Campari Soda, fino alle realizzazioni plastiche, passando per una serie di 50 chine dipinte da Depero tra il 1926 e il 1936, con opere giunte in prestito dal Mart di Rovereto, da collezioni private e dal museo Bargellini di Pieve di Cento. Un'esposizione originale per i cultori del manifesto pubblicitario e per gli appassionati dell'aperitivo più futurista d'Italia, l'unico per cui valga la pena dire ogni volta «questa è l'ora del Campari».

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