In galleria i capolavori della scienza

«D ove libero è il sapere e chiaro il fluire della ragione, lì voglio stare. Con l’augurio di essere felice, oltre il Cielo, oltre la Terra». Parole di Daniela Giorgi che con tanto amore e sapienza dal 1980 raccoglie «pezzi di scienza», tecnologie di alto livello, antichità ora in mostra fino a fine anno, per poi rinnovare l’esposizione con altri oggetti importanti, in grado di farci sognare e conoscere la storia della navigazione e il fascinoso mondo dell’astronomia. Parole con le quali la collezionista introduce il catalogo che accompagna la collezione esposta nel suo spazio espositivo che continua a rinnovarsi e crescere nel tempo. Compie, infatti, vent’anni la Galleria Antik (via San Giovanni sul Muro, 10; www.antik.it), creta con successo dalla stessa Giorgi, specializzata nella ricerca di strumenti di precisione utilizzati dalla scienza nel corso dei secoli; strumenti di utilizzo pratico, che hanno contribuito all’evoluzione della civiltà, generando scambi tra popoli, migliorando la qualità della vita e creando un percorso attraverso il tempo per comprendere meglio lo sviluppo del genio e del genere umano. «Da sempre l’uomo ha desiderato conoscere il mondo in cui vive e ha utilizzato tutti i mezzi a disposizione per definire gli spazi, misurare le distanze, la lunghezza degli edifici, la capacità dei recipienti, il peso delle merci e infine la misura del tempo», spiega la titolare. Mappamondi, binocoli, strumenti astrologici, di navigazione come bussole, carte geografiche, timoni, modelli antichi di barche a vela, proposti in collaborazione con l’Associazione italiana vele d’epoca. E poi, ancora, strumenti geodetici, medicinali di bordo, grafometri, compassi, particolari di polene, dipinti, planetari meccanici, regoli calcolatori a cilindro, carte idrografiche, barometri, sono solo alcuni esempi di oggetti di rara qualità e valore storico, artistico e commerciale che sono stati conservati nel tempo. Si va dal Medioevo e l’epoca delle prime spedizioni pionieristiche al Novecento: un viaggio accattivante, sorprendente, vario e variegato, in uno spazio davvero singolare. Particolari meritevoli di citazione: un olio su tela di un brigantino dei primi Ottocento, accanto a un globo terrestre francese e un sestante firmato Negretti & Zambra di fine Settecento, invitano lo spettatore ad addentrarsi nella mostra.

Segue un planetario meccanico firmato Jean Felki, uno strumento che permette di osservare il moto dei pianeti e le eclissi, cannocchiali da terra e da barca, splendide carte idrografiche rappresentanti i mari orientali del Seicento e altre carte, questa volta occidentali, a opera di Vincenzo Coronelli, sempre secenteschi, e un prezioso tensiometro londinese. Accanto, un barometro torricelliano tedesco di due secoli fa, strumenti medici del Settecento e rose dei venti con aghi magnetici del Duecento.

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